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sabato 7 novembre 2015

Egitto: Boeing 737; Obama e Putin a mosca cieca contro il Califfo

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/11/2015

Raffiche di mitra al Bardo di Tunisi e sulla spiaggia di Sousse; una bomba o chissà che cosa a bordo di un charter al decollo da Sharm el-Sheick. Vanno in pezzi le economie, basate sul turismo, di due Paesi arabi nemici dell’integralismo, anche se non per questo amici della democrazia – la Tunisia sì, l’Egitto no -. E s’ingarbugliano pure le relazioni internazionali, in un’area dove, se non è già in atto una sorta di Terza Guerra Mondiale in scala ridotta, la Seconda Guerra Fredda è ormai dichiarata.

Gli attacchi dei terroristi - che siano emanazione dello Stato islamico o solo da esso ispirati poco cambia - mettono a nudo la fragilità di Paesi ancora alla ricerca d’un equilibrio dopo gli scossoni delle Primavere arabe.

Per l’Egitto, il turismo rappresenta, secondo alcune fonti, il 13% del Pil; e già in passato i terroristi ne hanno colpito i luoghi simbolo, le Piramidi, Luxor, Sharm. La Tunisia ha una situazione analoga, ma, fino alla strage del Bardo, era stata meno esposta ad attacchi. Che ora rischiano d’innescare, com’era già avvenuto nel 2011, una sorta di paralisi del settore, on conseguenze economiche e sociali molto pesanti.

Ma quanto è accaduto e sta accadendo nel Sinai fa pure emergere la fragilità internazionale, in tutta quell’area. Basta il sospetto di terrorismo – la certezza non c’è ancoa – per inasprire tensioni e contrasti, ma soprattutto per rendere palese la vulnerabilità dei Paesi europei e pure della Russia. Gli Stati Uniti sono meno esposti, perché loro turisti lì ce ne sono pochi, ma non sanno né dare risposte alla minaccia né offrire parate agli alleati.

Anzi, a una settimana dall'accaduto, l’inchiesta sulla tragedia del Boeing 737 precipitato sul Sinai sabato 30, approfondisce il solco tra Washington (e l’Occidente in genere) e Mosca: gli Stati Uniti e i loro alleati danno quasi per certo che si tratti di un attentato; la Russia invita stizzita ad attendere l’esito delle perizie; gli uni e gli altri lasciano intendere di saperne più di quanto dicano. Ma non sempre c’è concatenazione tra sospetti ed azioni, tra l’ansia che la tragedia si ripeta e la paura d’innescare panico e paralisi.

Il presidente Putin pare punto sul vivo: i fatti di Sharm mostrano anche all'opinione pubblica russa che il coinvolgimento di Mosca in Siria comporta dei rischi, non solo sul campo di battaglia, senza essere, o essere finora stato, decisivo nel costringere le milizie del Califfo a battere in ritirata.

E torna, inoltre, a percepirsi la mancanza di fiducia reciproca che da sempre condiziona le relazioni tra Obama e Putin. Tanto più che la Russia sciorina palesi contraddizioni: non avalla apertamente l’ipotesi terroristica, ma blocca i voli in Egitto, mentre i Boeing 737 continuano a operare in Russia perché “non ci sono le basi per sospenderne l’attività”, cioè perché l’ipotesi di cedimento strutturale non regge. E la dichiarazione dell'ente aeronautico russo contraddice quella di giovedì del Comitato aeronautico interstatale, che aveva invece annunciato la sospensione dei certificati per i Boeing-737 in Russia.

Anche il rimpatrio dei circa 45 mila turisti russi – 1500 circa sono gli italiani - attualmente in Egitto potrebbe essere una sorta di caporetto per il prestigio di Putin. La cifra la fornisce alla Tass il capo dell'agenzia del turismo Oleg Safronov: "Circa il 40% è a Sharm, mentre il 60% è a Hurghada". Ora, rimpatriali tutti richiederà, nelle attuali condizioni, “almeno un mese", secondo una portavoce dell'Unione russa dell'Industria turistica, Irina Tiurina: un periodo lunghissimo, salvo naturalmente instaurare una sorta di ponte aereo con velivoli militari, con tutti i rischi, i costi, i disagi, l’allarme che ciò comporta.

Invece di indurre Usa e Russia ad unire le forze contro un nemico comune, la tragedia di Sharm acuisce diffidenze e tensioni. Senza un’intelligence adeguata in quella regione, Obama e Putin procedono a tentoni: giocano contro il terrore a occhi bendati, come a mosca cieca e, invece d’abbrancare il Califfo, si intralciano e si afferrano l’un l’altro.

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