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domenica 22 novembre 2015

Germania: Merkel, cancelliere 10 anni, da leader riluttante a punto fermo

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/11/2015

Helmut Kohl, 16 anni da cancelliere, e Konrad Adenauer, 14 anni, sono ancora lontani e, forse, non saranno né raggiunti né superati. Ma Angela Dorothea Merkel, che oggi compie 10 anni alla guida della maggiore potenza economica europea, e terza al Mondo, è già salita sul podio nella classifica dei leader tedeschi più longevi al potere. Nessuno ci avrebbe scommesso un euro nel novembre 2005, quando vinse, per errore, le elezioni tedesche.

L’errore non fu suo, ma del cancelliere uscente, il socialdemocratico Gerhard Schroeder, che, convinto di farcela, aveva convocato elezioni politiche anticipate. E, invece, Schroeder fu battuto, vittima delle riforme lungimiranti imposte a un Paese, che all’inizio del XXI Secolo era il ‘malato d’Europa’ – roba da non crederci, oggi -. Schroeder rimase a lungo incredulo, prima di rassegnarsi - lui e il suo partito, l’Spd – a fare da spalla alla Merkel e alla sua strana solita coppia Cdu/Csu.

Prima donna a diventare cancelliere in Germania, la Merkel ha una storia personale, prima ancora che politica, peculiare, nel dopoguerra tedesco: nacque ad Amburgo nel 1954, quando il suo Paese era ormai spaccato in due, figlia di Host, un pastore luterano, e di Herling, insegnante di latino e d’inglese, iscritta al Partito socialdemocratico. I nonni materni erano della Prussia orientale e, dopo la guerra, si trovarono a vivere in Polonia.

Angela era ancora bebé quando il padre divenne pastore di Templin, nel Brandeburgo, 80 km a est di Berlino. La famiglia Merkel si trasferì, quindi, nella Repubblica democratica tedesca e lì Angela crebbe, studiò, visse, si sposò, fece politica fino alla riunificazione tedesca, nel 1990. Curiosamente, la Merkel, laureata in chimica, porta tuttora il nome del primo marito, Ulrich Merkel, uno studente di fisica conosciuto durante uno scambio universitario a Mosca, sposato nel 1977, ma da cui divorziò già nel 1981. L’attuale marito è Joachim Sauer, un chimico-fisico, sposato nel 1998, incontrato quando lavorava all’Accademia delle Scienze della Rdt.

La sua vittoria elettorale e la sua ascesa a cancelliere nel 2005 sembravano definitivamente sancire il superamento dello spartiacque Est/Ovest fra i tedeschi e colmare il ritardo della Germania, unico fra i grandi Paesi dell’Europa Continentale a non avere ancora avuto una donna a capo del Governo. Ma molti pensavano che Angela sarebbe stata una meteora alla Edith Cresson in Francia piuttosto che una ‘Iron Lady’ alla Margareth Thatcher in Gran Bretagna – e, invece, fra un anno e mezzo diventerà la più longeva ‘donna al comando’ di questa Terra -.

Portavoce dell’ultimo governo post-comunista della Repubblica democratica tedesca, parlamentare del Meclemburgo dopo la riunificazione, presidente della Cdu nel 2000 e leader dell’opposizione – alla testa del gruppo Cdu/Csu al Bundestag - dal 2002, la Merkel, divenuta cancelliera, s’è progressivamente imposta come la leader europea più coerente e più coriacea, capace di perseverare nell’errore –come a molti appare la sua tenacia su rigore e austerità, che però piace ai tedeschi -, ma anche di assumere decisioni coraggiose e inattese – come l’apertura ai rifugiati siriani -.

In Germania, la Merkel è passata vittoriosa attraverso altre due elezioni, nel 2009 e nel 2013, formando e guidando coalizioni diverse: dopo il 2009, governò con i liberali; dopo il 2013, è tornata a governare con i socialdemocratici. Ha presieduto i G8 a due riprese, i Consigli europei nel 2007 Per Forbes, che stila ogni anno una speciale classifica, è “la donna più potente al Mondo”.

Favorita dalla statura non eccezionale dei suoi ‘compagni di strada’ europei, in Francia e in Italia, senza contare la divergente Gran Bretagna, la Merkel, cui bene s’adattava il termine coniato per la Germania, di “leadership riluttante”, è man mano diventata punto di riferimento di tutte le decisioni europee degli ultimi sei anni, dopo lo scoppio della crisi. Ed è stata anche l’interlocutore, se non privilegiato, obbligato del presidente Usa Barack Obama, dopo avere avuto rapporti distaccati con George W. Bush. E pure il presidente russo Vladimir Putin, uno che spesso fa di testa sua, l’ha spesso scelta come referente e qualche volta l’ha pure ascoltata, come nella notte di Minsk, quando si raggiunse un compromesso sull’Ucraina. Dei premier italiani incontrati, il più disprezzato è stato Berlusconi, il più apprezzato Monti, quello non ancora capito Renzi.

Durante il suo primo mandato, la Merkel proseguì l’azione di riforma di Schroeder, modernizzando il sistema sanitario e puntando sull’energia –con scelte parzialmente rinnegate, dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima in Giappone-. Il secondo mandato è stato quasi monopolizzato dalla risposta alla crisi economica, da cui la Germania è uscita prima e meglio dei partner europei. Il terzo mandato ha visto attenuarsi alcune rigidità della Merkel 2, una maggiore attenzione alle crisi internazionali – più l’Ucraina che il conflitto nel Grande Medio Oriente – e, l’estate scorsa, il colpo di scena dell’accoglienza di massa ai rifugiati siriani.

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