P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

martedì 17 gennaio 2012

Usa 2012: Huntsman out; e Newt lancia il cane contro Mitt

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/01/2012

Al Giro, c’è chi si ritira il giorno di riposo. Alle primarie repubblicane, qualcosa di simile fa John Huntsman, uno dei (pochi) candidati ‘per bene’ alla nomination, ex ambasciatore degli Usa in Cina –la scelta fu fatta da Barack Obama-: Huntsman decide di lasciare la corsa a freddo, nell’intervallo tra un caucus e un voto. Un’ombra nello Iowa, terzo nel New Hampshire, l’ex ambasciatore, nonostante il prodigarsi delle sue tre figlie, aveva appena il 4% delle intenzioni di voto nella South Carolina, dove le primarie si svolgeranno martedì prossimo, il 23 gennaio.

Troppo poco, per continuare a crederci (e a spenderci soldi). Così, Huntsman annuncia il ritiro, invitando i suoi sostenitori a votare per Mitt Romney, il battistrada e sempre più il favorito, mormone come lui e come lui una persona ‘per bene’. La pattuglia degli aspiranti alla nomination s’è dunque ridotta, in poche battute, da otto a cinque: s’è fatto da parte prima che le primarie cominciassero Herman Cain, nero, pizzaiolo, milionario e molestatore sessuale; s’è ritirata dopo lo smacco nello Iowa l’unica donna, Michelle Bachmann; e, ora, esce di scena Huntsman.

Restano Romney, Ron Paul, ex deputato del Texas, uno tosto che non mollerà presto, e tre conservatori che si contendono i favori del Tea Party e della destra evangelica: Rick Santorum, ex senatore, cattolico, bene nello Iowa, poca cosa nel New Hampshire; Newt Gingrich, uno zombie degli Anni Novanta, benino qui e là, ma mai convincente; e Rick Perry, governatore del Texas, che dopo avere deluso nello Iowa ha passato al secondo giro, puntando a sbancare la South Carolina.

Nell’attesa di scoprire chi possa essere il ‘campione’ conservatore che sfidi fino in fondo, o almeno fino al ‘super-martedì’ del 6 marzo Mitt l’illuminato e Ron il libertario, i candidati repubblicani continuano ad azzuffarsi fra di loro, con buona pace del presidente Obama, che mette soldi in cassa e, per ora, ne spende pochi.

Per cercare di fermare Romney, Gingrich tira fuori un episodio degli Anni Ottanta, quando l’allora uomo d’affari mormone piazzò il cane di famiglia Seamus dentro la cuccia sul tettuccio dell’auto e viaggiò così da Boston al Canada. Gingrich prende le difese di Seamus, nel frattempo passato a miglior vita –non risulta per un cimurro beccato in quel frangente-. Ma, nonostante la volante animalista in suo soccorso, resta ancorato a un 12% di sostegno nazionale, contro il 37% di Romney.

Anche Perry si fa sentire, ma, come spesso gli capita, a sproposito. Prende le difese dei marines che un video mostra mentre, in Afghanistan, urinano sui cadaveri di talebani: Perry non vuole che i militari siano processati, mentre l’opinione pubblica è scossa da quelle immagini, che hanno ricondotto l’America all’orrore di Abu Ghraib e ai sensi di colpa per le violazioni dei diritti dell’uomo nella guerra al terrorismo.

L’unico ad attaccare davvero Obama è Rupert Murdoch, che appoggia Santorum contro Romney e denuncia il presidente perché non sostiene un progetto di legge contro la pirateria online. Murdoch contro Obama, duello a sorpresa per la Casa Bianca? Bella idea, ma c’è un però: Murdoch è australiano, nato a Melbourne, e non può divenire presidente degli Stati Uniti.

Nessun commento:

Posta un commento