Scritto per EurActiv il 31/12/2012
Anche se nasce senza sfarzo, ché in tempi di crisi i lustrini sono di troppo, il 2013 dell’Unione è già pieno di novità da spacchettare: ci sarà –è deciso- un nuovo Stato membro, il 28.o, la Croazia, che aderirà il 1.o luglio –altro che perdere i pezzi, l'Ue cresce sempre-; ci sarà –è quasi sicuro, magari prima di uscire dall'inverno- l’adozione del nuovo quadro finanziario europeo 2014-2020; e ci sarà –è certo- la progressiva attuazione dell’Unione bancaria e la fine del segreto bancario.
Anche se nasce senza sfarzo, ché in tempi di crisi i lustrini sono di troppo, il 2013 dell’Unione è già pieno di novità da spacchettare: ci sarà –è deciso- un nuovo Stato membro, il 28.o, la Croazia, che aderirà il 1.o luglio –altro che perdere i pezzi, l'Ue cresce sempre-; ci sarà –è quasi sicuro, magari prima di uscire dall'inverno- l’adozione del nuovo quadro finanziario europeo 2014-2020; e ci sarà –è certo- la progressiva attuazione dell’Unione bancaria e la fine del segreto bancario.
Questo ed
altro, come si può leggere in vari servizi di questa sezione di EurActiv.it.
Però, quello che tutti sperano di trovare nel 2013, ma
che non è affatto scontato, è la fine della crisi e
il ritorno della crescita. Mario Draghi,
presidente della Bce, parlando al Parlamento europeo il 19 dicembre, ha
ipotizzato una “ripresa lenta”, meglio d’un pezzo di carbone,
ma non proprio il regalo atteso. Certo, uno potrebbe proclamare a priori il
2013 l’anno dell’uscita dal tunnel, dopo che le speranze
risposte nel 2012 sono andate deluse. Ma nessuno ci crede fermamente, magari
per scaramanzia. Anzi, molti sarebbero già contenti che
l’Anno Nuovo non sia peggiore dei precedenti, com'è puntualmente successo
nella galleria di ‘anni orribili’ post 2008: un anno
di transizione, aspettando il 2014 di tutte le novità europee, elezioni del
Parlamento europeo, rinnovo della Commissione e cambio alla presidenza del
Consiglio.
A livello
mondiale, il 2012 aveva una sua fisionomia ben precisa: era l’anno d’un
trittico robusto d’elezioni presidenziali, Russia, Francia, Usa; era l’anno
del Titanic, un secolo dopo; e doveva essere, ma non lo è
stato, appunto, l’anno dell’uscita dalla crisi. Il 2013 globale una sua
fisionomia, per ora, non c’è l’ha proprio. E’ un anno non denso di elezioni
cruciali, anche se ci sono – a portare un brivido europeo – quelle politiche
italiane a febbraio e tedesche a settembre. E’ un anno senza Olimpiadi di
sorta, né Mondiali né Europei di calcio. Ed è un anno senza un
bell'anniversario tondo a cercarlo col lanternino, tutte ricorrenze mosce che
celebrarle sarà difficile: il 60° anniversario della morte di Stalin -5
marzo-; il 25° anniversario della strage di piazza Tiananmen –il
4 giugno-; o il 20.o anniversario della separazione della Cecoslovacchia fra
Repubblica Ceca e Slovacchia –subito il 1.0 gennaio. Volete mettere il 2014,
quando si profila il centennale della Grande Guerra?
Così,
sull'agenda, restano una successione di appuntamenti standard e di routine:
Vertici, riunioni, scadenze del G20, del G8, dell’Ue. Tutte cose di per sé
noiose, se non c’è una crisi da risolvere, o una decisione da prendere
cruciale; e poi le sessioni periodiche, più o meno mensili, dei Consigli dei
Ministri specializzati e dell'Eurogruppo, le plenarie del Parlamento europeo e
delle altre istituzioni assembleari, i Consigli della Bce.
Però,
l’Unione europea, che pare sempre sul punto di perdere i pezzi, tra la Grecia
che le cassandre vedevano già fuori dall’euro e
la Gran Bretagna che è a disagio nell’Ue, sa già che comincia
a 27 e finirà a 28. E, dopo la Croazia, in fila a
negoziare l’ingresso, ci sono l’Islanda e più o meno tutti i Paesi balcanici:
insomma, è la solita storia, chi è dentro si lamenta, ma chi è fuori vuole
entrare...
Segue l'elenco di eventi già pubblicato il 28/12/2012 e ristretto agli appuntamenti d'interesse europeo
Segue l'elenco di eventi già pubblicato il 28/12/2012 e ristretto agli appuntamenti d'interesse europeo