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giovedì 5 maggio 2011

Osama ucciso: Obama non pubblica le foto

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/05/2011

Ci ha pensato su 72 ore, poi ha deciso di non farlo: gli Stati Uniti non pubblicheranno le foto di Osama bin Laden ucciso, immagini che chi le ha viste definisce «atroci» e «raccapriccianti». Il presidente Barack Obama ha fatto conoscere la sua decisione quando l’attesa delle immagini era ormai divenutq parossistica e la Cia aveva anzi indicato come «probabile» la loro diffusione. Una prova in più che l’intelligence non sempre ci azzecca, neppure quando gioca in casa. Chiedere ai servizi di sicurezza pakistani per conferma.

A favore della pubblicazione delle foto, l’idea che essa potesse stemperare il tamtam senza tregua nel mondo islamico che l’uccisione del capo di al Qaida è un falso Usa, un’invenzione americana. Ma le immagini avrebbero anche potuto fare crescere, non solo fra gli arabi, l’orrore e il raccapriccio: esse mostrano, racconta sempre chi le ha viste, il volto del terrorista squarciato da una delle due pallottole che lo hanno colpito, una poco sopra l’occhio, l’altra al petto.

Il no di Obama è un segno di forza e di serenità: il presidente è sicuro del fatto suo (e sa che la leggenda di ‘Osama è vivo’ resisterà sul web per anni e anni, come e peggio di quella di Elvis Presley). Le foto ci sono (sono state mostrate a deputati e senatori), le prove pure.

I dubbi che restano non toccano la morte di Osama, ma le sue circostanze. Versioni prima raccontate da fonti Usa ufficiali, poi negate: una donna gli ha fatto velo ed è stata uccisa (non è vero); il capo di al Qaida era armato (non è vero). Molti particolari restano sfocati nella ricostruzione del raid che domenica ha condotto all’eliminazione del ‘nemico pubblico N 1’ degli Stati Uniti e non solo: 79 uomini, due elicotteri, 40 minuti, per colpire ‘Geronimo’ –nome in codice di Osama-.

Una figlia di 12 anni, che era nel bunker, avrebbe raccontato che il padre sarebbe stato catturato vivo e quindi ammazzato –una versione sinceramente improbabile: Obama avrebbe preferito il nemico vivo piuttosto che morto e aveva dato ordini in tal senso -. La ragazzina è detenuta in Pakistan, con una moglie del terrorista ferita e altri bambini che vivevano nel bunker.

Intanto, gli esperti della Cia vagliano i segreti dei computer di Osama –sarebbero cinque, non solo uno, quelli sequestrati, ma la notizia non è certa-. E c’è chi afferma che addosso ad Obama siano state trovate –anche questo va verificato- due banconote da 500 euro, con numeri di telefono su cui si starebbe lavorando-. Nel blitz, sarebbe stato usato un tipo di elicottero invisibile ai radar nemici: quelli di al Qaida, in fondo improbabili, e quelli dei militari pakistani, che ad Abbottadad hanno un’accademia e numerose installazioni.

E questo ci riconduce alla polemica tra Washington e Islamabad: i pachistani rimproverano agli americani di non averli neppure informati; gli americani dubitano della lealtà dei pachistani. Il premier Yussuf Raza Gilani, in visita a Parigi, denuncia «il fallimento delle intelligence di tutto il mondo»; e aggiunge : «noi vogliamo lottare contro estremismo e terrorismo». Ma il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen si fa interprete di buona parte dell’Occidente chiedendo al Pakistan meno ambiguità e più cooperazione. L’Amministrazione Usa non vuole arrivare alla rottura e neppure al punto che il Congresso tagli gli aiuti militare all’alleato controverso.

Obama, la cui popolarità è salita di 11 punti al 57%, va oggi a incontrare i familiari delle vittime dell’11 Settembre a Ground Zero, a New York. Voleva accanto il suo predecessore George Bush, che ringrazia, ma declina. Il presidente sarà superprotetto; e già ci si preoccupa della sua missione in Europa a fine mese. Dal sud dello Yemen, un capo di una cellula di al Qaida annuncia vendetta: lui alla morte di Osama ci crede.

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