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sabato 22 maggio 2010

Legge bavaglio: Corte europea diritti uomo pronta a esame ricorso Sky

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/05/2010

La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo è pronta a vagliare i ricorsi che arriveranno dall’Italia contro il disegno di legge sulle intercettazioni. Ma una delle condizioni di ricevibilità è che, prima, tutte le vie di ricorso interno siano state espletate ed esaurite. In linea di massima, dunque, e fatte salve circostanze straordinarie, perché un ricorso di Sky contro la ’legge bavaglio’ sia giudicato ricevibile bisognerà attendere che il gruppo televisivo di Rupert Murdoch abbia prima portato il caso di fronte a un tribunale italiano, salendo tutti i gradi del giudizio. Una volta esaurito senza successo l’iter nazionale, ci sono sei mesi di tempo per adire la Corte di Strasburgo.

Solo negli ultimi quattro anni, la Corte s’è pronunciata su almeno 80 casi riguardanti la libertà d’informazione e, in particolare, la protezione delle fonti giornalistiche, uno solo dei quali riguardava l’Italia, che ne uscì condannata. Nei casi che superano l’ammissibilità, la Corte tende a pronunciarsi a favore dei ricorrenti, e quindi a sanzionare una violazione dell’articolo 10. Neppure venti casi, cioè meno di uno su quattro, dalla metà del 2006 a oggi, hanno visto assolto lo Stato sotto accusa. Recentemente, al Corte s’è pronunciata a favore del Financial Times e contro il governo britannico, in un caso che ha destato scalpore e che fa giurisprudenza.

Giovedì, Sky Italia aveva annunciato l’intenzione di chiedere l’intervento di tutte le autorità internazionali competenti, ivi compresa la Corte di Strasburgo, contro il disegno di legge sulle intercettazioni, le cui norme rappresentano –a giudizio della televisione di Murdoch- “un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione” e, soprattutto, costituirebbero “un’anomalia a livello europeo”.

La giurisprudenza della Corte di Strasburgo, che non è un’istituzione dell’Ue, sulla libertà di stampa e sulla protezione delle fonti giornalistiche è robusta, con sentenze diverse a seconda dei casi. Richiesti di un parere per analogia fra il provvedimento italiano e casi già discussi, i funzionari della Corte si trincerano dietro il fatto di non avere ancora letto il disegno di legge.

La Corte, presieduta dal francese Jean-Paul Costa, ha avuto di recente grande notorietà in Italia per un parere, in fase di riesame, sul Crocifisso nei luoghi pubblici e ha spesso condannato l’Italia, specie per l’anomala lunghezza dei procedimenti giudiziari, in base all’asserto che una giustizia (troppo) lenta è una giustizia negata

La Convenzione europea per la salvaguardi dei diritti dell’uomo fu firmata a Roma il 4 novembre 1950: se ne sta per celebrare in pompa magna il 60.o anniversario con un convegno in programma a Palazzo Barberini, dove si prevede la presenza del ministro della giustizia Angelino Alfano.

L’articolo 10, che protegge la libertà di espressione e quindi di stampa in tutti i Paesi che aderiscono alla Convenzione, afferma che ognuno ha diritto alla libertà di espressione e che tale diritto include la libertà di esprimere opinioni e di ricevere e diffondere informazioni e idee senza che le autorità possano interferire e senza che le frontiere possano costituire una barriera. L’esercizio di tali libertà può però essere soggetto a regole, condizioni, restrizioni e sanzioni in base alla legge e nella misura in cui esse sono necessarie in una società democratica, nell’interesse della sicurezza nazionale, dell’integrità territoriale e della salute pubblica, per prevenire disordini o crimini, per proteggere la salute o la morale, per tutelare la reputazione o i diritti altrui, perché non siano diffuse informazioni ottenute in segreto o per mantenere l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario.

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