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mercoledì 7 marzo 2012

Italia-India: marò, siamo solo Terzi, a contare dal nulla

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 07/03/2012

Dal guanto di velluto al pugno sul tavolo (per quello di ferro, si vedrà): il ministro degli esteri Terzi convoca alla Farnesina l’ambasciatore indiano e denuncia come illegittimi il procedimento contro i due marò italiani accusati di avere ucciso due pescatori indiani e il loro arresto. Neppure l’attenuazione della detenzione dei due militari soddisfa la diplomazia italiana: “La situazione è inaccettabile”. E mentre Terzi alza il tono del confronto, il ministro della difesa Di Paola chiama i due marò: “l’Italia è con voi”.

Dopo i toni dimessi dei primi giorni, nella speranza, illusoria, che tutto si risolvesse bene e presto, l’escalation diplomatica potrebbe conoscere ulteriori inasprimenti : ad esempio, un richiamo per consultazioni dell’ambasciatore a New Delhi . Per ora, e almeno fino al 16 marzo, quando una corte indiana deciderà sul ricorso dell’Italia, vengono esclusi passi più radicali: l’affidamento dell’ambasciata a un incaricato d’affari, la chiusura della stessa, la rottura delle relazioni diplomatiche. Tutte mosse capaci di pregiudicare, più che di facilitare, il raggiungimento dell’unica soluzione positiva, cioè il rilascio dei due militari e il loro rientro in Italia.

Con la vicenda dei marò, e con il dramma di Rossella Urru, la cooperante rapita in ottobre in Algeria e di cui, sabato, s’era sperata la liberazione –la giovane è solo passata di mano, in una catena d’estorsioni ancora senza fine-, il governo Monti conosce le sue prime spine sulla scena internazionale. I Professori sono riusciti a restituire all’Italia la credibilità perduta sui fronti tradizionali della sua politica estera, l’Europa e l’America: l’Italia di Monti è ascoltata nell’Ue (ed è, addirittura, additata ad esempio) ed è ben accolta alla Casa Bianca.

Ma ora l’Italia sconta ritardi e latitanze su altri fronti: la vicenda dei marò, e le difficoltà di dialogo con l’India hanno qualcosa in comune con la vicenda Battisti e l’incapacità di farsi valere in Brasile. L’Italia non ha reagito in modo adeguato, alla crescita nel Mondo di nuovi protagonisti, il Brasile, l’India, la stessa Cina, che oggi non la vivono come un interlocutore di rango. E non è certo facile costruire una presenza in pochi giorni, specie in contesti di crisi e di tensione. Diverso il caso della Urru: l’Italia s’è già confrontata con l’intreccio di terrorismo ed estorsione, nel Nord Africa, nel Medio Oriente, in Iraq, in Afghanistan, nello Yemen, in Nigeria, ma uscirne bene non è mai facile.

Riportiamo a casa, certo, Rossella e i marò. Ma come?

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