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martedì 14 agosto 2012

Usa 2012: i Ryan, 'Kennedy' repubblicani o 'Irish Mafia'

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/08/2012

Per il New York Times, la scelta di Paul Ryan come vice una mossa dettata dalla disperazione: dietro, c’è "una logica razionalmente rischiosa", perché quando un moderato come Mitt Romney punta su un radicale come Ryan vuol dire che s’è accorto che “sta perdendo terreno”, sente che "ha poco da perdere” e avverte la necessità di cambiare. "I sondaggi –osserva il New York Times- raccontano storie diverse della corsa alla Casa Bianca, ma molti danno Obama davanti. L'economia non è in un buono stato, ma non pare peggiorare": questo "è uno svantaggio per Romney".

Ma l’opinione del quotidiano di New York, tendenzialmente ‘obamiano’, è contestata dalla stampa tradizionalmente conservatrice. Joseph Curl, la penna dalla Casa Bianca del Washington Times, giornale della setta di Moon vicino ai repubblicani, scrive che la scelta di Romney “cambia le carte il tavola” della campagna: “per Obama, è l’incubo peggiore”. E, in effetti, l’entrata in scena dell’energico deputato del Wisconsin, ultra-conservatore, e dotato di carisma, vicino al Tea Party, senza esserne ostaggio, ha subito galvanizzato con una sferzata di energia la squadra di Romney, che pareva non crederci più molto –in cassa, sono arrivati 1,2 milioni di dollari in quattro ore-.

Nella prima intervista di coppia alla trasmissione Cbs 60 Minutes, Romney e Ryan hanno condotto un attacco concentrico al presidente Obama: il tandem repubblicano ha illustrato la propria ricetta, che è poi quella di Ryan, per permettere all'America di tornare grande e prospera. Per il presidente della commissione Bilancio della Camera, i cavalli di battaglia di Obama, come le dichiarazioni dei redditi di Romney, sono solo un tentativo di distogliere l'attenzione dalle questioni importanti e, soprattutto, dalla sua leadership “fallimentare”. Il ticket repubblicano affonda la riforma sanitaria e difende le tesi di Ryan sui tagli alla spesa pubblica, incluse le riduzioni dei programmi sociali ed educativi e dell’assistenza agli anziani: "L'America deve fare una scelta, e una scelta molto chiara - conclude Romney con parole di Ryan -: vogliamo spendere mille miliardi in più ogni anno e passare l’onere del debito ai nostri figli?".

C’è sempre molta esagerazione nelle vampate d’infatuazione dell’America per l’ultimo venuto. Ma la storia di Ryan suscita entusiasmo nella destra tradizionale: come racconta in un reportage il New York Times, l’aspirante vice-presidente è una stella dei conservatori con le radici in una cittadina del Wisconsin, Janesville. E qualcuno parla dei Ryan come dei 'Kennedy' del posto: tutti alti, belli, in forma e di successo. Il Wilwaukee Journal – Sentinel, il giornale della maggiore città dello Stato –la capitale è Madison- lo descriveva, dichiarandogli appoggio per un seggio alla Camera, come “un cacciatore e un pescatore”, che squarta e pulisce da sé le sue prede.

Figlio di genitori che adoravano Ronald Reagam il presidente repubblicano degli Anni Ottanta, orfano di padre a 16 anni –fu lui a scoprirne il cadavere-, da allora chiuso e secchione, una passione per la bicicletta, laureato nel 1992 alla Miami University, Paul Ryan continua a vivere a Janesville nonostante lavori a Washington da oltre vent’anni e sieda nel Congresso da oltre 13 –ha già vinto sette elezioni parlamentari-. Janna, la moglie, lavorava a Washington quando s’incontrarono: dopo il matrimonio, lascò il lavoro e si trasferì a Janesville, dove alleva i tre figli Liza, Charlie e Sam, ed evita la scena pubblica. Paul, molto sportivo, è famoso per l'attività fisica che fa la mattina all’alba ed è un fan di Beethoven e dei Led Zeppelin: li ascolta sull’iPod, sempre indosso quando vuole evitare i giornalisti.

Un suo neo potrebbe essere la posizione fiscale: se Romney non ha finora brillato per trasparenza, anche il suo ‘vice’ potrebbe essere reticente a sciorinare i suoi beni, pur non avendo mai nascosto la sua ricchezza, frutto in parte all'azienda di costruzioni di famiglia, fondata nel 1884 dal bisnonno. I Ryan furono protagonisti dello sviluppo di Janesville, con i Fitzgerald e i Cullen –c’era chi li bollava, nel DopoGuerra, come l’ 'Irish Mafia'. Il Center for Responsive Politics calcola la ricchezza di Ryan fra i 927.000 e i 3,2 milioni di dollari.

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