Il Governo italiano del
dopo Referendum e del dopo Renzi ha l’agenda zeppa di questioni politiche, a
partire dalla legge elettorale, e di problemi economico-finanziari, a partire
dalle angustie di MPS. Ma il premier Gentiloni e i suoi ministri dovranno subito
confrontarsi con impegni internazionali d’interesse italiano o che,
addirittura, vedono l’Italia protagonista.
Già alla fine di questa
settimana, al Vertice di Bruxelles del 14 e 15, dove l’Unione europea cercherà
di mettere insieme i cocci d’una integrazione claudicante e d’una solidarietà
appannata, l’Italia dovrà provare a fare valere le sue posizioni su un dossier
per lei importante come l’immigrazione, oltre che sulla politica di difesa e
sicurezza comune.
E’ la nuova frontiera
Ue, cui l’imminente insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump dà slancio e
urgenza: la prospettiva di un ‘impoverimento’ della Nato e di un allentamento
dei rapporti d’alleanza accresce l’attrazione e le tentazioni d’una difesa
comune.
All'incontro fra i capi
di Stato e di governo dei 28, l’Unione arriva avendo recuperato l’insperato
consenso austriaco, con le presidenziali del 4 dicembre vinte dall'europeista
Van der Bellen sull’euro-scettico - e xenofobo - Hoefer, ma con addosso il peso
di un’Italia uscita stordita, divisa ed incerta, dal referendum costituzionale.
Con Bruxelles, Roma
deve affrontare il negoziato sulla legge finanziaria, senza potersi aspettare,
nella fase attuale, e dopo una stagione di pugni sul tavolo e toni guasconi,
particolare bonomia. Qui, però, la trattativa è affidata a un ministro che gode
di credito presso i suoi interlocutori e la cui competenza è da tutti
riconosciuta: Pier Carlo Padoan.
Il fronte europeo è,
però, solo uno di quelli che vedranno l’Italia impegnata: il 2017 è molto denso
di responsabilità internazionali. Dal 1° gennaio, l’Italia assume la presidenza
del G7, che culminerà nel Vertice di Taormina – dove almeno quattro leader
saranno esordienti -; e sempre dal 1° gennaio l’Italia torna nel Consiglio di
Sicurezza dell'Onu; e, ancora, deve preparare le celebrazioni a Roma per il 60o
anniversario dei Trattati istitutivi delle Comunità europee, il 25 marzo.
L’attuale delicata situazione politica e la prospettiva di elezioni anticipate potrebbero anche indurre il governo Gentiloni a fare cabotaggio in acque internazionali; ma la densità delle responsabilità lo sconsiglia. Anche se la designazione agli Esteri d’un ministro senza vocazione internazionale come Angelino Alfano non garantisce fin da subito l’esperienza e la conoscenza dei dossier che sarebbero state auspicabili per agire in tempi brevi.
L’attuale delicata situazione politica e la prospettiva di elezioni anticipate potrebbero anche indurre il governo Gentiloni a fare cabotaggio in acque internazionali; ma la densità delle responsabilità lo sconsiglia. Anche se la designazione agli Esteri d’un ministro senza vocazione internazionale come Angelino Alfano non garantisce fin da subito l’esperienza e la conoscenza dei dossier che sarebbero state auspicabili per agire in tempi brevi.
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