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giovedì 17 giugno 2010

Legge Bavaglio: Mijatovic (Osce), l'allarme da un anno

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/06/2010

La Legge Bavaglio “può potenzialmente criminalizzare il lavoro dei giornalisti” in Italia. Le certezze e la fermezza di Dunja Mijatovic, la responsabile dell’Osce per la libertà dei media, non sono minimamente scalfite dalle reazioni intimidatorie della presidenza del Consiglio e della Farnesina alla sua richiesta all’Italia di rinunciare al disegno di legge sulle intercettazioni o di modificarlo in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. Silvio Berlusconi ha reagito chiedendo all’Osce, l’organizzazione internazionale che riunisce tutti e 56 i Paesi europei, di “non interferire”, mentre il Ministero degli Esteri ha giudicato “inopportuna” l’iniziativa della Mijatovic, che, però, non fa marcia indietro e ricorda “l’avevo già detto un anno fa alle autorità italiane”.
E le polemiche non s’arrestano.

Le richieste della Mijatovic sono state ieri rinviate al mittente dal ministro della Giustizia Angelino Alfano. "E' una dichiarazione che non condividiamo - ha detto il guardasigilli ai microfoni del Tg2 -: la rappresentante dell'Osce deve essere mal informata o non ha studiato bene il testo. Noi preserviamo la privacy dei cittadini, che è un grande valore tutelato dall'art.15 della Costituzione". Il provvedimento –ha ricordato il ministro-"è in Parlamento da due anni" e "attua un punto del programma voluto dai nostri elettori concordi per fermare l'abuso delle intercettazioni senza però impedirne l'uso".

Bosniaca, in carica dal marzo scorso, un’esperienza nazionale, europea e internazionale in questo campo più che decennale, la Mijatovic chiarisce, rispondendo alle domande de Il Fatto, perchè pensa che la Legge Bavaglio possa limitare la libertà di stampa: “Nella mia dichiarazione, diffusa martedì, esprimo tre preoccupazioni: primo, le rigide restrizioni alla pubblicazione di documenti relativi a procedimenti giudiziari o ad indagini di polizia prima dell’inizio di un processo; secondo, l’introduzione di una sanzione pecuniaria fino a 450 mila euro per gli editori e di una pena fino a 30 giorni di prigione e di una sanzione pecuniaria fino a 10 mila euro per i giornalisti che pubblicano fughe di notizie sulle intercettazioni prima dell’inizio di un processo; terzo, la possibilità di una pena detentiva per chiunque non sia un giornalista professionista e riprenda o registri una persona senza la sua approvazione preventiva”.

Com’è venuta a conoscenza dell’iniziativa legislativa italiana?, aveva già esposto i suoi timori alle autorità italiane? “Abbiamo seguito da vicino il processo legislativo per un anno e avevamo già sollevato le nostre preoccupazioni sul disegno di legge un anno fa con il presidente del Senato Schifani. Gran parte delle nostre informazioni vengono dalla comunità mediatica e da organizzazioni non governative per la libertà della stampa”.

Si aspettava le reazioni che ci sono state in Italia?, e come reagisce a sua volta ad esse? “L’intervento dell’Osce si fonda sul mandato dell’Osce, in particolare di segnalare agli Stati dell’Organizzazione quando essi non sono allineati, non rispettano, gli obbligi imposti loro dall’appartenenza all’istituzione internazionale. Questo è quello che abbiamo fatto e mi rallegro del fatto che il governo italiano ne abbia preso nota”.

L’Osce è l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nata, dopo il crollo del Muro e dei regimi comunisti e la frammentazione dell’Unione sovietica, dalla Csce, la Conferenze per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che produsse, nel 1975, l’Atto di Helsinki, dove già si parlava di libertà di stampa e di espressione. L’Osce è la meno nota delle Istituzioni internazionali europee ed è attiva soprattutto sui fronti di conflitto nell’ex Urss e nell’ex Jugoslavia.
In queste ore, la Mijatovic è in missione: martedì era a Mosca, a un convegno di giornalisti russi, e ha commentato con favore una risoluzione della Corte Suprema russa sulla libertà di stampa. Da Vienna, dove c’è il quartier generale, i portavoce gestiscono con grande efficienza le richieste di chiarimenti dei giornalisti italiani.

L’Osce si riconosce nelle dichiarazioni della Mijatovic?: “La signora Mijatovic è la rappresentante dell’Osce per la libertà di stampa e ha il mandato da tutti i 56 Stati dell’Organizzazione di seguire gli sviluppi che interessino i media nella nostra area, cercando, con particolare attenzione, di fornire sollecite segnalazioni sulle violazioni della libertà di espressione”. L’Osce avalla i suoi commenti sulla Legge Bavaglio? “Le sue dichiarazioni possono essere considerate dichiarazioni dell’Osce quando c’è di mezzo la libertà dei media”.

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