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domenica 20 giugno 2010

Ue da Vertice verso G8/G20 compatta su piano finanza e banche

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 20/06/2010

ROMA – Pareva un’armata Brancaleone sbandatasi alla prova della crisi greca e dell’euro debole. E, invece, l’Ue ritrova l’ordine e la coesione delle legioni di Cesare, ‘compattandosi’ in vista dei Vertici del G8 e del G20 in Canada la prossima settimana: la trincea dei 27 è fatta di una tassa sulle transazioni finanziarie e di maggiori controlli sulle banche, con le quali è l’ora dei conti dopo la fase dei salvataggi. Se i Grandi del Mondo ci stanno, bene; se no, “andiamo avanti da soli”, dicono, quasi all’unisono, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, riconciliati dopo gli screzi sulla manovra tedesca, e persino l’esordiente premier britannico ed euro-tiepidissimo David Cameron, che fa bella figura ribadendo “l’impegno europeo” del Regno Unito, senza rinunciare alla difesa “dei propri interessi nazionali e delle proprie linee rosse”.

Dopo una raffica di vertici di crisi, convocati d’urgenza per salvare la Grecia e l’euro, quello di giovedì è stato un vertice “normale”, come dice il suo presidente, il belga Herman Van Rompuy. A Bruxelles, i leader dei 27 si presentano come a una sorta di concorso di virtuosità, vantando ciascuno il rigore delle misure prese per battere la crisi e contenere i deficit.. “La mia manovra è più austera della tua” è lo slogan del ‘carosello’ dell’Unione che tira la cinghia, per convincere i mercati della capacità di contenere il debito e di consolidare l’euro.

Pure l’Italia sostiene di avere motivi di soddisfazione: la sorveglianza sui bilanci nazionali terrà, d’ora in poi, qualche conto della "sostenibilità complessiva" del debito pubblico; il che può essere un vantaggio, visto il basso livello del debito privato italiano. Il ministro dell’economia Tremonti definisce “straordinario” il successo del presidente del Consiglio Berlusconi, che, in realtà, è suo. Ma in conferenza stampa, Van Rompuy deve andarsi a rileggere le conclusioni, per ritrovare e ricordarsi il passaggio ‘italiano’.

Le conclusioni del Consiglio aprono spiragli all’approfondimento dell’integrazione: “Rafforzare il coordinamento delle politiche economiche costituisce una priorità fondamentale e urgente”, dopo che “la crisi ha fatto emergere chiare lacune nella nostra governance economica, specie per la sorveglianza di bilancio e macroeconomica”. Il traguardo d’un governo economico della zona euro, cioè il completamento con l’Unione monetaria all’Unione economica, voluto soprattutto da Parigi, resta, per il momento, ‘incapsulato’ in quel generico “rafforzare il coordinamento”.

Il Vertice segna, di fatto, la fine del semestre di presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Ue, con un bilancio inferiore alle attese e alle ambizioni. Madrid ha sperimentato la ‘coabitazione’ della presidenza ‘rotante’ con le nuove figure istituzionali introdotte dal Trattato di Lisbona: il presidente ‘stabile’, l’efficace Van Rompuy, e il ‘ministro degli esteri’ europeo, l’impalpabile britannica lady Ashton, tutta presa dalla nascita del suo Servizio di azione esterna (rinviata all’autunno: potrebbe coincidere, il 1.o dicembre, l’anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona).

Dl 1.o luglio, la presidenza di turno toccherà al Belgio. Difficile immaginarsi che, nonostante l’indubbia vocazione europeista, un Paese che cammina lungo il crinale della separazione fra valloni e fiamminghi possa farsi tedoforo dell’approfondimento dell’integrazione. Ma due decisioni sono già acquisite: il via ai negoziati di adesione all’Ue dell’Islanda, in corsia di sorpasso rispetto agli altri candidati –potremmo fare 28 nel 2012-, e l’ingresso dell’Estonia all’euro –faremo 17 il 1.o gennaio 2011-.

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