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giovedì 2 dicembre 2010

SPIGOLI: altro che Wikileaks, i mali d'Italia sono altri

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 02/12/2010, non pubblicato

Dalli a Wikileaks e ‘Assange boia’ a sentire (certi) commenti e a leggere (certa) stampa di casa nostra, uno potrebbe immaginare che, se non ci fossero stati quei velenosi malevoli commenti « di funzionari di quart’ordine » -Mr B dixit- sulla statura etico-politica dei nostri leader, l’Italia sarebbe un Paese felice. E, invece, una rassegna dei media di tutto il mondo, dal WSJ a El Pais, passando per i giornali economici del Vecchio Continente, ci convince che le cose non vanno mica bene. Lasciamo stare la spazzatura che ingombra Napoli (tanto, ‘è solo questione di giorni’) e i muri che crollano a Pompei (tanto, ‘non sono quelli affrescati’, ci rasserena il ministro Bondi). Ma l’Italia è attraversata da proteste contro la riforma dell’Università che vedono concordi docenti e studenti. E poi c’è il rischio più serio, messo in evidenza da FT: il timore di contagio della malattia finanziaria che ha già colpito nell’eurozona Grecia e Irlanda. Secondo FT, la speculazione potrebbe attaccare l’Italia proprio perchè essa è già dentro una crisi politica e di sistema. La stampa britannica, che va sempre a nozze quando puo’ predire la fine dell’euro, batte sul tasto : mentre Bloomberg e Guardian notano che i costi del debito italiano sono più alti dopo il salvataggio dell’Irlanda, sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard scrive che «il contagio colpisce l’Italia, mentre il salvataggio dell’Irlanda non calma i mercati». Les Echos e Expansion s’allineano: «I mercati non hanno finito di malmenare l’Europa, Italia e Belgio nel mirino”.

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