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sabato 11 dicembre 2010

SPIGOLI: la moka, genio (tradito) dell'Italia che lavora

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/12/2010, non pubblicato

Se la politica resta in sordina, prima dei fuochi artificiali della prossima settimana, e se Wikileaks comincia a sapere di déjà vu, la stampa estera va in caccia dei segreti d’Italia. E talora ne scova che persino noi ignoriamo. Un esempio: alzi la mano chi sapeva che la moka della Bialetti è nata da una lavatrice. Lo racconta l’Independent, che ha una passione per la macchina da caffè tuttora più popolare in Italia, nonostante il trasferimento degli impianti e dell’omino con i baffi di uno dei caroselli più famosi dal Piemonte nell’Europa dell’Est. Alfonso Bialetti era un emigrato in Francia, che nel 1918 torno’ in Italia e apri’ una officina dove mettere a frutto quel che da aveva imparato in dieci anni da operaio nell’industria dell’alluminio. Osservando le donne del paese lavare i panni in una specie di pentola a vapore, con un tubo che portava su dal basso verso l’alto l’acqua insaponata calda, ebbe l’intuizione della moka che avrebbe trasformato il caffé da bevanda per soli uomini, da consumarsi nei caffé e nelle osterie, in bevanda familiare. L’invenzione risale al 1933 e fu subito popolare. Alfonso non l’ha mai abbandonata: l’omino con i baffi, che il figlio Renato introdusse come marchio sulle caffettiere, è ispirato alla sua figura. Segreti, ma anche banalità : James Grieson, un esperto, consiglia agli inglesi quello che tutti gli italiani sanno, « non togliete dal fondo e dalle pareti della vostra Moka la patina di caffé, cosi’ l’aroma del prossimo sarà migliore ».

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