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mercoledì 18 agosto 2010

Caso Fini: l'ambasciatore e il 'cognato', sassolini a Monaco

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 18/08/2010, contributo ad articolo a quattro mani

I Mistretta in diplomazia sono una dinastia, anzi “una saga” dice un collega che ne conosce bene più d’uno. E Franco, udinese di nascita, è un ambasciatore esperto: a fine carriera, gli è toccata, come sede, il Principato di Monaco. Posto non di primissimo rango, dove le grane sono in genere poche, l’assegno è buono e la vita non è certo grama. Certo, ti può arrivare fra i piedi un ‘vip’, o sedicente tale, un po’ maleducato e un po’ pretenzioso, che considera l’ambasciata a sua disposizione magari solo perchè si presenta come ‘il cognato’di un ex ministro degli esteri, oltre che presidente della Camera in esercizio.

Che Giancarlo Tulliani non vada a genio all’ambasciatore Mistretta, lo si capisce dall’intervista data al Giornale. “Si sarà voluto togliere dalla scarpa un sassolino”, azzarda un diplomatico giovane. Sarà, ma l’ambasciatore sta ben attento, però, a non tirare un sasso all’ex ministro.

Certo, stupisce che una ‘feluca’ tanto sperimentata cada nella trappola dell’intervista a bruciapelo: che la materia sia scottante, Mistretta lo sapeva bene. C’è quasi da ipotizzare che, per parlare così, l’ambasciatore a Montecarlo abbia avuto qualche ‘incoraggiamento’, o almeno qualche ‘via libera’, dalla Farnesina. I diplomatici italiani in giro per il Mondo sono addestrati a misurare dichiarazioni e interviste, anche se qualcuno poi cede al richiamo della tv o della radio. Ma un conto è quando c’è qualche connazionale in pericolo, o qualche familiare da rassicurare; e un conto è una vicenda come questa, che come ti muovi sbagli.

L’ambasciatore Mistretta è considerato, con rispetto, dai suoi colleghi una persona “equilibrata”: non sarà l’uomo di punta della diplomazia italiana e la sua carriera sarà stata magari condizionata da esigenze familiari, ma il suo ‘cursus honorum’ se l’è fatto. Nel suo curriculum, ci sono studi di grande prestigio internazionale e sedi come Londra, Buenos Aires, Washington, Barcellona –non glien’è toccata nessuna veramente disagiata. Negli Anni Novanta è console generale a New York, fino al 2006 è ambasciatore a Beirut, senza contare gli incarichi di fiducia e di prestigio ricoperti a Roma. Poi, dal 1.o ottobre 2008, è ambasciatore a Montecarlo, con la pensione ormai in vista –compirà 67 anni il 2 novembre-.

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