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mercoledì 2 marzo 2011

Germania: il ministro 'taglia e incolla' si dimette, Mr B no

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 02/03/2011

Il ministro vedette del governo tedesco di Angela Merkel s’è dimesso perché avrebbe copiato la tesi di dottorato: Karl-Theodor zu Guttenberg, sposato von Bismarck, un concentrato di tutte le nobiltà del suo Paese, responsabile della difesa, non ha retto di fronte alle accuse rivoltegli, nonostante le sue smentite e l’appoggio mai negatogli dalla cancelliera.

La bufera su zu Guttenberg s’era scatenata a metà febbraio, quando un quotidiano tedesco, la Suddeutsche Zeiteung, aveva pubblicato le prime rivelazioni sulla tesi copiata. Ma la Merkel l’aveva sostenuto a pie’ fermo: “con il cuore pesante” ha preso atto delle dimissioni e s’é detta “certa” di tornare a lavorare un giorno con un uomo che ha mostrato “con una grande passione” e che ha saputo “toccare il cuore della gente”.

Per il momento, il barone, un giovane, 39 anni, il ministro più popolare del governo Merkel, rinuncia a tutte le sue funzioni politiche: “ Sono sempre stato pronto a combattere –ha detto, annunciando le dimissioni-, ma ho raggiunto il limite delle mie forze”: “presento le mie scuse a tutti coloro che ho offeso”, ha ancora aggiunto l’ormai ex ministro, evocando il proprio senso di responsabilità e denunciando “le critiche massicce alla mia credibilità”.

Le sue smentite, l’appoggio della Merkel e il plebiscito a suo favore dell’opinione pubblica (tre tedeschi su quattro erano contrari alle dimissioni) non sono bastati per un epilogo all’italiana: nessuno lascia il posto e tutti sono contenti (così nessuno dovrà farlo a sua volta). In due settimane, le accuse di plagio hanno avuto la meglio su KT, come i suoi fans chiamano il barone ministro.

Intendiamoci, non è che non si capisca la gravità delle accuse a zu Guttenberg, che avrebbe copiato la tesi, rispetto alle cosucce di cui sono talora accusati i politici nostrani, corruzione, concussione, abusi, magari sfruttamento di minorenne. In America, per plagio, c’è chi s’è giocato la Casa Bianca, come c’è chi s’è dimesso da ministro per avere preso una baby-sitter in nero e da deputato per avere tradito la propria moglie.

Ministro atipico –la definizione è dell’Afp-, zu Guttenberg, dottore in diritto dal 2007, responsabile dell’Economia nel febbraio 2009, poi della difesa otto mesi più tardi, è politico popolare e uomo di mondo uso nutrire con la moglie, bella ed elegante, le cronache rosa. Il suo nome era persino citato fra i successori della Merkel, che dovrà ora scegliersi un nuovo ministro della difesa, nelle fila della Csu, la ‘sorella’ bavarese della sua Cdu, cui appartiene il dimissionario.

La caduta di zu Guttenberg è stata accelerata dalla ‘corsa al plagio’ scatenatasi sul web dopo l’uscita delle accuse: il ministro era così divenuto il barone ‘taglia e incolla’ oppure il barone ‘von Googleberg’ . Il 23, l’Università di Bayreuth gli ritirava il titolo, oltre 50 mila accademici inviavano alla cancelliera una lettera indignata, la stampa sparava sull’ ‘impostore’ e gli inviti alle dimissioni si moltiplicavano nello stesso campo conservatore.

L’autodifesa di zu Guttenberg non è stata né limpida né convincente: smentite e ammissioni parziali, man mano più consistenti. E il margine di manovra della Merkel diveniva sempre più stretto, in un contesto di difficoltà del governo, battuto nelle elezioni di febbraio ad Amburgo e atteso da sei altre competizioni elettorali regionali quest’anno.

Nell’annunciare le dimissioni, zu Guttenberg ha però trovato un tono alto, che non aveva sempre avuto nelle ultime due settimane: “E’ il passo più doloroso della mia vita. E non vado via solo a causa della mia tesi di dottorato così piena di errori … La ragione risiede nella domanda se io possa ancora corrispondere alle attese che io stesso considero derivare dalla mia responsabilità … Come ogni altro devo assumermi la responsabilità delle mie debolezze e dei miei errori: di quelli grandi e di quelli piccoli nell´agire politico, fino alla redazione della mia tesi di dottorato … Molti potranno chiedersi perché io mi dimetta solo oggi. Anzitutto v´è una ragione molto umana: credo a nessuno riesca facile rinunciare all´incarico che più profondamente gli sta a cuore … E´ mia convinzione che sia interesse pubblico così come mio proprio interesse che le indagini della procura, ad esempio in rapporto a questioni di diritto d´autore, possano essere condotte in modo rapido, una volta tolta l´immunità parlamentare, se questo fosse necessario … In tal senso do ragione ai miei avversari: effettivamente non ero stato chiamato a fare il Ministro dell´Autodifesa, ma il Ministro della Difesa. E concludo con una frase inusuale per un politico: sono sempre stato pronto a combattere, ma ho raggiunto i limiti delle mie forze”.

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