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mercoledì 7 luglio 2010

Afghanistan: preso il mullah, guerra, frottole e caduti

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 07/07/2010

Ci sono bugie che hanno le gambe corte e altre che le hanno cortissime, Questa che vi raccontiamo oggi manco le aveva le gambe: viaggiava su zampette da formica e non è andata lontano, dopo che la stampa pakistana ha rilanciato, per l’ennesima volta, voci di cattura del capo del talebani afgani, il mullah Omar, alla macchia da quasi nove anni, esattamente come l’altro ‘nemico pubblico n. 1’ della guerra al terrorismo, il capo e ispiratore di al Qaida Osama bin Laden.

Succede che un quotidiano di Islamabad, The Nation, riprende la ‘notizia’ dell’arresto del mullah data da Brad Thor, un blogger statunitense, il 10 maggio: Omar sarebbe finito nelle mani dell’Isi,
il servizio di intelligence pachistano, il 27 marzo, a Karachi, dove magari era andato a farsi un giro
in città.

E già qui si capisce che la storia è una balla. Perché, da maggio a oggi, nonostante Thor l’abbia più volte riproposta sul suo blog, che fin dal titolo ‘biggovernment.com’ tradisce radici qualunquistico-conservatrici, né il Dipartimento di Stato né il Pentagono, né la Cia né l’Isi, né le autorità afgane né quelle pakistane l’hanno mai commentata e tanto meno confermata.

I talebani non si scompongono e smentiscono, come si farebbe in una democrazia occidentale. Il loro portavoce, Zabihullah Mujadid, va in televisione e bolla la frottola come “un’operazione di propaganda degli Usa e della Nato”: il mullah Omar –assicura- è in Afghanistan e continua a lottare e a chiedere alle truppe straniere di lasciare il suo Paese. Da Kabul, un portavoce del presidente Hamid Karzai avvalora, nella sostanza, la smentita di Mujadid: “della cattura di Omar non sappiamo nulla e non abbiamo avuto nessuna comunicazione dalle autorità pakistane”.

La storia finisce di rimbalzare qui. Anche perché, ad esempio, agenzie mondiali come la Reuters e l’Afp non le dedicano una riga, valutandola subito per quel che è: una panzana. Basta dare una letta alla biografia di Thor per averne il sospetto e persino la certezza: ex analista del Dipartimento Usa per la sicurezza nazionale –il ministero creato dopo l’11 Settembre-, autore di thriller di successo e blogger, Thor, 41 anni, passò per qualche tempo per essere il “nuovo Rushdie” per le minacce –vere o presunte- ricevute da integralisti musulmani.

Dunque, la voce della cattura del mullah è una balla, come lo sono state finora le analoghe storie della cattura o dell’uccisione di Osama bin Laden, che, se fosse stato malato come otto anni fa lo descrivevano i servizi d’intelligence americani, a quest’ora sarebbe bell’e defunto. Va a finire che quando la notizia sarà vera, e prima o poi magari lo sarà, perché anche le Primule Rosse vengono catturate e persino i miti muoiono, non ce ne accorgeremo o non ci crederemo.

Dietro la frottola, c’è però un intreccio di verità scomode (e, magari, giochi di rivalità fra ‘spioni’ dalla dubbia lealtà). Una è che la guerra in Afghanistan continua, s’intensifica e si estende. Ieri, sono caduti quattro soldati delle forze internazionali: dall’inizio dell’anno, fanno 335 (l’ultimo è
un sottufficiale francese). Il record di perdite del 2009 –521- pare destinato a essere tragicamente battuto. Negli ultimi due anni, l’insurrezione dei combattenti islamici, cacciati dal potere nel 2001, s’è inasprita e il loro campo d’azione, che era limitato al Sud, copre ormai quasi tutto il Paese e zone del Pakistan confinanti, nonostante i rinforzi ricevuti dalle forze internazionali (oggi, quasi 142 mila uomini).

Che il Pakistan occidentale sia santuario dei talebani e rifugio di al Qaida, lo prova una volta di più l’appello, lanciato proprio ieri da Kabul a Islamabad, perché le autorità pachistane “prendano misure serie” contro “i gruppi terroristi” che fanno il bello e il cattivo tempo nelle regioni tribali transfrontaliere. Come punto sul vivo, il Pakistan replica annunciando l’eliminazione di 23 insorti. Eppure, i talebani pachistani si sentono così sicuri da creare un’autorità di vigilanza su stampa e media, con tanto di pena di morte per chi diffonde notizie false sull’islam più di una volta. Chi sa che cosa farebbero a noi, con tutti ‘sti annunci della cattura del Mullah Omar.

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