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giovedì 29 luglio 2010

Diplomazia: Berlusconi, feluche inquiete e punture europee

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 29/07/2010

Due giorni di dibattiti per “accendere un riflettore” sulla politica estera italiana, magari perché possa trovare meglio il proprio cammino. E’ il bilancio della 7.a conferenza degli ambasciatori d’Italia nel Mondo tratto dal segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo. Ma quando, a tirare le somme, arriva il presidente del Consiglio Berlusconi, la luce sulla politica estera si spegne: Mr B sfoggia il consueto show contro i giornalisti che raccontano il falso ed a sostegno del suo governo che è saldo e non ha alternativa. Salvo poi dovere rintuzzare i diplomatici che denunciano il rischio di non farcela più a realizzare la propria missione.

Gli ambasciatori italiani discutono su come sopravvivere ai tagli della manovra, che restano, anzi sono legge con il voto di fiducia alla Camera, nonostante i moniti del presidente Napolitano a non mortificare la diplomazia e gli avvertimenti del ministro Frattini, e su come fare funzionare la riforma della Farnesina, che razionalizza le direzioni generali e la geografia delle sedi all’estero e punta sull’innovazione (anche tecnologica) e sul Sitema Paese.

Intanto, il ‘ministro degli esteri’ europei Catherine Aashton viene a Roma con l’obiettivo di ‘fare shopping’ delle migliori ‘feluche’ di casa nostra per immetterle nel suo Seae, il Servizio europeo d’azione esterna nuovo di zecca. La Ashton ha un colloquio con Frattini, che poi la invita a pranzo. Ed è ricevuta da Berlusconi, che, per una volta, non è galante: dice che lei è brava, anzi “molto brava”, ma non ha il carisma che al suo posto avrebbe avuto Frattini, che è “superlativo”.

L’ipotesi è che il governo italiano stia facendo pressing per indurre Lady Ashton a immettere nei posti che contano del suo servizio diplomatici italiani. Ma lei rovescia la frittata: “Spero proprio che l’Italia metta a disposizione del Seae i suoi elementi migliori”, afferma in conferenza stampa. Come dire che quelli che le sono stati proposti finora non lo sono e che, quindi, l’Italia non deve lamentarsi se altri Paesi le passano davanti.

Una gaffe della baronessa, che, prima della gag di Mr B, riceve da Frattini elogi superiori ai suoi meriti? Che Lady Ashton non sia il più acuto e il più attivo dei diplomatici europei, è certamente vero. Ma non bisogna neppure considerarla un politico senza risorse. Frattini le assicura “il pieno e totale sostegno dell’Italia nell’azione importante e coraggiosa realizzata nei primi mesi del suo mandato”. Lei abbozza, ringrazia, ricambia e mette l’accento sulla nascita del Seae: mancano le nomine, dopo che il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue, lunedì, ha dato via libera all’accordo delineatosi fra le istituzioni comunitarie.

L’obiettivo è che tutto sia pronto e in ordine per il 1.o dicembre, così che il nuovo Servizio parta proprio un anno dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona che lo prevede. Entro quella data, la Ashton deve definire l’organigramma di una trentina di delegazioni dell’Ue nel Mondo e pure del suo quartier generale: nella rosa dei candidati vi sono almeno tre italiani, tra cui una donna – oltre agli ambasciatori Gentilini e Sequi -.

Ma mentre le candidature italiane restano nel limbo, altre –britanniche, tedesche, francesi, danesi, polacche- si sono già o stanno per concretizzarsi. Così, l’ambasciatore francese a Washington, Pierre Vimont, un uomo di grande qualità, capo di gabinetto di tre premier, s’appresta a diventare –la fonte è Le Monde- il direttore generale del nuovo Servizio, mentre i suoi due vice dovrebbero essere un polacco e una tedesca. Ed è già ufficiale la nomina di un altro diplomatico francese, Patrice Bergamini, a direttore del ‘SitCen’, il ‘situation centre’, il centro di scambio di informazioni tra i servizi dei Paesi Ue.

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