P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

mercoledì 7 luglio 2010

Francia: l' 'affaire Bettencourt' inzacchera Eliseo e politica

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 07/07/2010

L’acqua sporca dello scandalo Bettencourt, che saliva da giorni, inzacchera l’Eliseo. Il presidente Nicolas Sarkozy respinge l’accusa che il suo partito abbia ricevuto finanziamenti elettorali illeciti dalla più ricca donna di Francia, tramite l’attuale ministro del lavoro Eric Woerth. Ma Claire T, la gola profonda di questa vicenda, lo chiama in causa direttamente: quand’era sindaco di Neuilly, negli Anni 80 e 90, anche ‘Sarko’ passava di persona all’incasso. L’Eliseo replica: “tutto falso”.

L’accusatrice è una ex contabile di Liliane Bettencourt, donna anziana e oggi fragile, principale azionista del gigante della cosmesi L’Oreal. Secondo il sito Mediapart, Claire T. ha raccontato, lunedì, alla polizia di avere ritirato 150mila euro da consegnare cash a Woerth in buste senza contrassegno come donazioni per la campagna presidenziale di Sarkozy nel 2007.

La vicenda accresce le pressioni su Sarkozy perché attui un rimpasto di governo: diversi suoi ministri sono ‘chiacchierati’ –due si sono dimessi domenica, perchè avrebbero sperperato il denaro dei contribuenti- e la sua popolarità è al minimo storico del 26%. La tempesta di scandali e inefficienza, nella tradizione repubblicana d’Oltralpe, avvicina la politica francese a quella italiana: non è più tempo di ironie su quanto avviene a Roma, perché –dice all’ANSA il politologo e sociologo Marc Lazar- “è ora di spazzare l’uscio di casa nostra”.

La storia, per ora, è contorta e parte da faide familiari oscure. L’avvocato della contabile conferma che la sua cliente ha parlato alla polizia; l’avvocato della Bettencourt non commenta. Sarkozy respinge l’accusa e difende il ministro, vittima di calunnie “senza fondamento”: il presidente vuole che la gente s’interessi alla riforma della sanità o delle pensioni, più che a scandali “creati ad arte”.

Woerth, il tesoriere del partito di Sarkozy e della campagna 2007, nega d’avere avuto un solo euro in donazioni illecite. “Non intendo assolutamente dimettermi, perché sarebbe una vittoria per quanti m’insultano ogni giorno: non se ne parla nemmeno”. Sua moglie fino a un mese fa lavorava per l’amministratore dei beni della Bettencourt.

Il premier Francois Fillon considera le accuse “un tentativo di destabilizzazione sistematico”: il governo –dice- “non si lascerà intimidire”. Ma esponenti della maggioranza sollecitano Sarkozy ad anticipare un rimpasto in programma per ottobre e ad annunciarlo in televisione prima di partire in vacanza il 14 Luglio, il giorno della presa della Bastiglia.

L’opposizione socialista e comunista, rimasta prudente al profilarsi dello scandalo, lascia i banchi del Parlamento, quando viene accusata di “fare il gioco dell’estrema destra” perché pone domande durante un ‘question time’ in diretta tv. La leader socialista Martine Aubry invita il presidente “a dire la verità”; e il suo ex compagno di partito e ora nemico giurato Dominique de Villepin gli chiede di reagire.

Per legge, le donazioni ai partiti non possono superare i 7.500 euro l’anno per persona (150 cash). Claire T. non consegnò il denaro a Woerth, ma lo diede – racconta - all’amministratore di famiglia, che si sarebbe incaricato della consegna. Le accuse risalgono ben più indietro del 2007: il sindaco Sarkozy, come numerosi altri politici, sarebbe stato regolarmente ospite a casa Bettencourt. Invito
a pranzo con –al momento del caffè, in salotto- bustarella, da 100mila e persino 200mila euro.

Nessun commento:

Posta un commento