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martedì 27 luglio 2010

Farnesina: sciopero contro tagli e declino politica estera Italia

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/07/2010

Roma, h. 12.00. Al cellulare, la voce del diplomatico è trafelata: “Sto uscendo dalla Farnesina ora: qui non c’è nessuno”. Ministro, ma che ci fa lì?, non c’è sciopero? “Infatti, sono venuto per un’incombenza personale. Io non lavoro oggi, nessuno qui lavora oggi”. Il ‘lunedì particolare’ della diplomazia italiana “a rischio sopravvivenza” –parole del segretario generale Giampiero Massolo- è così ovunque, a Roma e all’estero.

Non è la prima volta che le ‘feluche’ scioperano. Era già accaduto quand’era segretario generale Umberto Vattani, autore d’una riforma della Farnesina che viene adesso superata. Allora, le rivendicazioni erano soprattutto economiche, mentre stavolta in gioco è la funzionalità stessa della diplomazia italiana.

L’adesione alla protesta di personale diplomatico e dirigenti amministrativi è stata massiccia. Al Ministero, in ufficio c’era Massolo, che doveva garantire continuità al servizio, e i funzionari dell’unità di crisi –quella che opera nelle emergenze e quando c’è di mezzo la vita di un italiano all’estero- e dell’ufficio politico, che sono considerati gli “organi essenziali”.

Nelle sedi all’estero, pochissimi i presenti. A Bruxelles, dove era in programma una riunione del Consiglio degli Esteri dei 27, il ministro Franco Frattini era assistito solo dal direttore degli affari politici Sandro de Bernardin e dal rappresentante dell’Italia presso l’Ue Ferdinando Nelli Feroci.

Lo sciopero, del resto, non è contro il ministro; e il ministro non è contro l’agitazione, strategicamente indetta prima della conclusione della discussione sulla manovra in Parlamento e in vista della 7.a Conferenza degli Ambasciatori d’Italia all’estero, che si svolge alla Farnesina oggi e domani.

I comunicati sindacali e il il portavoce della Farnesina Maurizio Massari usano linguaggi analoghi per spiegare che la protesta è “a difesa della carriera e della funzionalità del ministero nell’attuale congiuntura”. Frattini ha lasciato “piena libertà ai suoi collaboratori”, se aderire o meno; e i diplomatici ricambiano apprezzando “l’impegno” del ministro a loro difesa.

Contro i tagli, la diplomazia cerca alleanze istituzionali di alto livello. Venerdì, Massolo è stato ricevuto al Quirinale dal presidente Napolitano: un’occasione per illustrare al capo dello Stato la riforma del Ministero ed anche la Conferenza degli Ambasciatori, che Napoletano deve aprire, ma pure per sensibilizzarlo all’iniziativa in atto.

La Conferenza serve, fra l’altro, a presentare la riforma della Farnesina agli ambasciatori, alle istituzioni, alle imprese e all’opinione pubblica; vuole sensibilizzare i diplomatici a un ‘mestiere’ ormai più orientato a ‘fare affari’ che a ‘tessere intese’; mira a convincere fli interlocutori che l’investimento in una ‘nuova diplomazia’ è nell’interesse del Paese; e intende infine lanciare un segnale d’allarme su tagli e risparmi perché –parole di Massolo- “siamo al limite” e, oltre il limite, “si muore”.

La riforma, che, fra l’altro, riduce e riorganizza le direzioni generali, sarà pienamente operativa con l’anno prossimo, Ma il Consiglio dei Ministri ha già provveduto alle nomine, installando alle direzioni generali figure di prestigio come, fra l’altro, de Bernardin e gli ambasciatori Bova (Unione europea), Melani (promozione Sistema Paese), Verderame (Risorse e Innovazione), oltre al dottor Civitelli (amministrazione, informatica, comunicazioni).

L’agitazione diplomatica italiana coincideva col varo a Bruxelles del nuovo Servizio europeo di azione esterna (Seae), un ‘ministero degli esteri’ europeo affidato a Lady Ashton. I ministri degli esteri dei 27 dovevano vagliare e varare l’accordo raggiunto sul Seae con il Parlamento europeo. A loro, la Ashton ha anticipato le scelte per trenta posizioni di capi delegazioni Ue nel Mondo. Tre i candidati italiani, Fernando Gentilini, ex rappresentante civile Nato in Afghanistan, ed Ettore Sequi, ex inviato speciale Ue a Kabul, oltre a una donna.

La nascita del Seae è motivo di fermento in molte cancellerie europee, che condividono con la Farnesina preoccupazioni per la scarsità di risorse in tempi di austerità. I dati non sono, però, omogenei: sul Pil dell’Italia, il Ministero degli Esteri incide per lo 0,11%, contro lo 0,17% britannico e gli 0,14% francese e tedesco. La Spagna spende solo lo 0,07% e gli Stati Uniti lo 0,10%.

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