Scritto per Il Fatto Quotidiano del 29/12/2014
Il 2014 dell’Unione sarà un anno di scadenze –le elezioni
europee, la presidenza di turno italiana, etc- e di anniversari: cento anni
dalla Grande Guerra, 60 dal fallimento della Comunità europea di difesa, 30 dal
progetto di Trattato approvato dal Parlamento europeo su input di Altiero
Spinelli. Ecco un abecedario per non perderci l’alfabeto:
Alto rappresentante –
L’Unione europea ne ha uno per la politica estera e di sicurezza comuni, che
presiede il Consiglio dei Ministri degli Esteri ed è vice-presidente della
Commissione europea. Chi ha tanti ruoli deve essere uno che conta. Invece, Lady
Ashton è riuscita a restare impalpabile e invisibile per cinque anni. Ecco un
posto dove il successore non rischia di sfigurare.
Banca centrale
europea – La Bce
coagula spesso su di sé tutto l’astio per le scelte radicalmente rigorose della
troika, completata da Commissione di Bruxelles e Fondo monetario
internazionale. Eppure, la Banca
presieduta da Mario Draghi è stata più efficace dei governi dei 28 nel
contrasto alla crisi e nella difesa dell’euro.
Commissione europea /
Consiglio dell’Ue ed europeo – Con il Parlamento europeo –vedi la voce Elezioni europee-, le
principali istituzioni dell’Unione: tutte da rinnovare nel 2014, quando il valzer
delle poltrone potrebbe rivelarsi il gioco preferito dei capi di Stato o di
governo dei 28.
Deficit & Debito
– I duo Dioscuri dell’Europa del Rigore: cavalieri dell’apocalisse per quei
Paesi, come l’Italia, che faticano a rispettare il limite del 3% per il deficit
e a intaccare con i ritmi previsti il proprio debito. Ma c’è pure il deficit di
democrazia, lamentato da quanti denunciano la lontananza tra le istituzioni
dell’Unione e i cittadini.
Elezioni europee
– Dal 1979, si celebrano ogni cinque anni: il 22 e 25 maggio 2014, tutti i
cittadini dell’Ue andranno alle urne –forse, non saranno in molti a farlo- per
eleggere il Parlamento europeo (766 deputati, 73 gli italiani). L’auspicio è
che l’VIII legislatura segni lo spartiacque tra l’Europa del Rigore e quella
della crescita; il rischio è che venga travolta da un’ondata di
euro-scetticismo.
Frontex – La
risposta dell’Europa ai drammi e ai problemi dell’immigrazione mediterranea (e
non solo): pochi soldi, pochi uomini, pochi mezzi. C’è l’impegno a mostrare più
solidarietà. La doppia presidenza mediterranea Grecia-Italia offre un’occasione
per riuscirci (irripetibile, almeno fin verso il 2030).
Grecia – Il Paese
fra i 28 più colpito dalla crisi e più vessato dal rigore, reo prima di conti
truccati e vittima poi di rimedi drastici, farà staffetta con l’Italia nel 2014
alla guida del Consiglio dell’Ue. Atene si limiterà a fare cabotaggio: il mare
aperto dell’economia resta burrascoso.
Hollande (vedi Merkel) – Il presidente
francese François Hollande, socialista, leader del fronte della crescita,
traversa in patria il deserto dei minimi di popolarità. Da solo, gli viene bene
solo l’Africa: prima il Mali, poi la Repubblica centrafricana. In Europa, ha bisogno
di Angela, perché, senza la
Germania, con Enrico e Mariano se la cantano e se la suonano
e non ne escono.
Italia – Paese
fondatore della Cee, dell’Ue e dell’euro, è oggi finito fra gli ultimi vagoni
del treno dell’economia europea: la crescita è un ricordo (e una speranza
rinviata di trimestre in trimestre). Nel secondo semestre 2014, avrà la
presidenza di turno del Consiglio dell’Ue: i precedenti, 1980, 1985, 1990,
1996, 2003, hanno tutti fatto la storia dell’integrazione. Questa volta, il
semestre è breve e rischia di andare in bianco.
Lisbona – Il
Trattato di Lisbona, in vigore dal 2009, ha inglobato e sostituito tutti i
Trattati precedenti, togliendo all'Unione i suoi simboli e mettendo la sordina
alle spinte federaliste. Se c’è chi vuole andare oltre, ci sono pure molti che
vogliono tornare indietro.
Merkel (vedi Hollande) – La cancelliera
tedesca Angela Merkel è l’unica leader europea al tempo della crisi confermata
al potere dal voto popolare. Però, ora che non fa più coalizione con i
liberali, ma con i socialdemocratici, non può limitarsi a portare la bandiera
del rigore scortata da Finlandia e Olanda. E senza una forte intesa franco-tedesca
l’Ue è una barca senza guida e senza rotta.
Nord Africa – Un
rebus per l’Europa, ma pure per Usa e Russia –se ci consola-. Non ci capimmo nulla
prima delle Primavere arabe. E non ci abbiamo capito nulla neppure dopo:
l’Egitto che torna alla casella di partenza, la Libia che sprofonda nel
caos, la Siria
che non esce dalla guerra. Politica estera europea, dove sei?
Occupazione – Un
incubo europeo, soprattutto per i giovani del Sud dell’Europa. Per cacciarlo,
ci vuole crescita. La ‘garanzia giovani’, 6 miliardi di euro in sette anni per
28 Paesi, è un placebo.
Procedura
d’infrazione – Poi si dice che l’Italia è spesso ultima. Qui, siamo in
testa alla classifica: oltre cento procedure aperte, a vario stadio, nonostante
gli sforzi fatti. Nessuno ci batte. E la lista minaccia d’allungarsi, tra
deficit, pagamenti della P.A., trattamenti dei carcerati e degli immigrati.
Qualunquismo –
Con populismo, viene spesso usato come sinonimo di euro-scetticismo: un modo,
sbrigativo e sommario, per liquidare un disagio verso l’Unione che è reale e
attende risposte. Il voto di maggio ne darà la misura.
Ricerca – Tutti
d’accordo: ricerca, innovazione, competitività sono viatico per la crescita e antidoto
alla crisi; e spendere insieme è meglio che spendere ciascuno per sè. Ma quando
poi si fa il bilancio, i fondi per la ricerca calano invece di crescere.
Stati Uniti - Quelli
d’Europa, che si devono ancora fare; e quelli d’America, con cui si negozia
l’accordo di libero scambio, dopo avere già praticato, senza previi accordi, il
libero spionaggio.
Tajani – Antonio
Tajani è il membro italiano della Commissione europea, vice-presidente,
titolare dell’industria. La sua conferma, o meno, nell’Esecutivo comunitario è
una delle incognite del 2014.
Ucraina – Un
vicino dell’Unione in bilico tra l’Europa e la Russia, con tentazioni di
nazionalismo. Mosca ha carote più succose e bastoni più nodosi, Bruxelles agita
il miraggio della democrazia.
Vigilanza – E’ uno
dei nodi dell’Unione bancaria, i cui meccanismi devono essere definiti nel 2014
per entrare in vigore nel 2015. Per la presidenza italiana, un dossier
impegnativo.
Zona Euro –
L’euro è la torre di Pisa di questa crisi: pende sempre e “mai non vien giù”.
Anzi, i 15 del 2008 stanno per diventare 18: dopo Slovacchia 2009 ed Estonia
2011, ecco la Lettonia
all’alba del 2014.