Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/12/2013
Mezzo pianeta al voto: l’Unione europea e gli Stati Uniti,
l’India e il Brasile –e già fanno oltre due miliardi di persone- e una teoria
di Paesi di tutti i continenti (dal Sud Africa all’Indonesia, dall’Egitto all’Iraq
e all’Afghanistan) andranno alle urne nel 2014 per eleggere il presidente e/o
rinnovare il Parlamento.
Consultazioni magari non coinvolgenti come il trittico di
presidenziali del 2012 –Russia, Francia, Usa-, ma capaci di avere un impatto
sugli equilibri politici globali. E l’elenco dei Paesi alle urne è
assolutamente provvisorio e incompleto: ad esso, ad esempio, potrebbe ancora
aggiungersi l’Italia.
Le date più significative di questa ‘staffetta della
democrazia’ sono le elezioni europee del 22 e 25 maggio, le presidenziali e
legislative in Sud Africa ad aprile, le legislative in India durante tutto il
secondo trimestre –il voto, laggiù, è a singhiozzo-, le politiche in Brasile il
5 ottobre, le legislative di ‘midterm’ negli Usa il 4 novembre. E il 18 settembre
la Scozia si pronuncerà con un referendum sull’indipendenza dalla Gran
Bretagna.
Ma l’elenco comprende ancora le legislative in Bangladesh il
5 gennaio, il referendum sulla nuova costituzione egiziana il 15 gennaio –più
tardi, ci saranno in Egitto le legislative-; le presidenziali in CostaRica e
nel Salvador il 2 febbraio; le legislative in Colombia il 9 e in Guinea-Bissau
il 16 marzo e, sempre a marzo, le presidenziali in Macedonia e in Slovacchia; le
presidenziali in Afghanistan e le legislative in Ungheria il 5, in Indonesia il
9 e in Iraq il 30 aprile; lo stesso mese, ci saranno le presidenziali in
Algeria; le presidenziali a Panama il 4 e in Colombia il 25 maggio –pure in
Lituania, ma la data è incerta- e, lo stesso giorno, le politiche in Belgio; le
presidenziali in Indonesia il 9 luglio; le presidenziali in Turchia ad agosto;
le politiche in Svezia il 14 settembre; le presidenziali e politiche in Bolivia
il 5 e le presidenziali in Uruguay il 26
ottobre; in autunno, presidenziali e politiche in Bosnia, a dicembre presidenziali
in Romania. Senza pretesa –lo ripetiamo- di completezza: la fonte sono le
agenzie di stampa mondiali, Ap, Reuters, Afp.
La teoria delle elezioni non esaurisce gli elementi di
richiamo di un anno di anniversari pesanti: cent’anni dalla Grande Guerra –il
28 giugno 1914 veniva assassinato a Sarajevo l’arciduca d’Austria
Francesco-Ferdinando-; e, per restare in Europa, 60 anni dall’affossamento della
Ced, cioè la comunità europea di difesa, affossata da un voto dell’Assemblea
nazionale francese; e, ancora, 30 anni dal progetto di Trattato sull’Unione
europea approvato dal Parlamento di Strasburgo il 14 febbraio 1984 su
ispirazione di Altiero Spinelli –la sua ultima battaglia-. Spigolando altrove,
compirà cent’anni il 15 agosto il canale di Panama.
Per l’Italia, il 2014, che si apre con l’ingresso della
Lettonia nella zona euro –e fanno 18: l’euro, che, nelle predizioni delle
cassandre, dovrebbe perdere i pezzi, continua a guadagnarne-, avrà fortissime
connotazioni europee: il 1o luglio, infatti, l’Italia assumerà, fino alla fine
dell’anno, la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. Negli auspici del
presidente Napolitano e del premier Letta, il semestre italiano deve segnare lo
“spartiacque” tra l’Ue del rigore e quella della crescita.
Una presidenza breve, come tutte quelle nel secondo semestre
di ogni anno, ma densa di eventi. Si calcolano più o meno 160 appuntamenti da
distribuire sui 115 giorni utili circa, perché tutto agosto e l’ultima decade
di dicembre sono ‘a perdere’: Consigli dei Ministri formali e una quindicina
d’informali –la maggior parte dei quali a Milano, un trampolino di lancio verso
l’Expo 2015-, oltre a riunioni di ogni genere. A Milano, in autunno, ci sarà il
Vertice dell’Asem, Europa ed Asia.
Il 2014 sarà un anno di presidenze mediterranee: prima la
Grecia, che chiude un trittico con Irlanda e Lituania; e poi l’Italia, che apre
quello con Lettonia e Lussemburgo. Il tandem Grecia-Italia costituisce occasione
da sfruttare sui temi dell’immigrazione e dei rapporti coi Paesi della Riva
Sud. Sotto presidenza italiana, si riunirà l’assemblea parlamentare del
Mediterraneo.
A Palazzo Chigi e al Dipartimento delle Politiche comunitarie,
come alla Farnesina, si assicura che “non siamo in ritardo”: la Grecia, la cui
presidenza inizia a giorni, ha distribuito il suo programma da poche settimana,
mentre l’Italia ha già diramato un calendario di riunioni e ha chiare le
priorità: oltre al Mediterraneo, la lotta a disoccupazione e il completamento
dell’Unione bancaria. Bisogna pure fare i conti con le disponibilità economiche:
per la presidenza, l’Italia ha finora stanziato 60 milioni di euro, quanti la
Lettonia e meno del Lussemburgo (80).
Il panorama internazionale del 2014 è poi segnato dalla
conferenza di pace sulla Siria (a Montreux, il 22 gennaio) e dal
perfezionamento dell’accordo sul nucleare tra Iran e ‘5+1’, oltre che dai
Vertici di rito: il 4 giugno a Sochi in Russia il G8, il 4 settembre a Newport
nel Galles il Vertice della Nato, in ottobre a Pechino il vertice dell’Apec, il
15 e 16 novembre in Australia il vertice del G20. Ed entro il 31 dicembre dovrà
avvenire il ritiro delle truppe da combattimento internazionali
dall’Afghanistan.
Elezioni a gogò, Unione, Vertici. Un anno noioso? C’è di che
distrarsi: giochi olimpici invernali a Sochi dal 7 al 23 febbraio e mondiali di
calcio in Brasile dal 12 giugno al 13 luglio; e, ancora, gli Oscar a Hollywood
il 2 marzo, la finale del concorso dell’Eurovisione a Copenaghen il 10 maggio e
la mostra del Cinema di Venezia dal 27 agosto.
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