Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/12/2013
Detto e
fatto: Emma Bonino va a Teheran per rendersi conto di persona se l’Iran del presidente
Hassan Rohani può e vuole davvero avere un ruolo strategico sulla scena
internazionale, dopo l’abbozzo d’accordo sul nucleare con i ‘5-1’ . Diplomazia mediorientale ed
anche affari: alleggerite le sanzioni, c’è la speranza che l’interscambio
italo-iraniano, oggi sceso a meno di un miliardo d’euro l’anno, possa risalire
a 6/7 miliardi d’euro.
Con questa
mossa “da apripista” occidentale, il ministro degli Esteri italiano conferma abilità
e tempestività nel muoversi nei contesti a lei più familiari, Egitto, Siria,
Iran, tutto il Medio Oriente, oltre che Ue e Usa. L’azione esterna del governo
Letta diventa, invece, impacciata quando i problemi internazionali intersecano
la politica interna.
I momenti
forti della missione iraniana sono oggi, quando la Bonino incontra il presidente
Rohani e il suo omologo Mohamed Javad Zarif, che è già stato a Roma. E’ la
prima visita d’un ministro degli Esteri italiano in Iran da oltre 10 anni e
coincide –nota la stampa iraniana, traendone buoni auspici- con la ‘notte di
yalda’, una festività pre-islamica, la notte più lunga dell’anno.
La prima
giornata è al femminile: la
Bonino incontra Masoumeh Ebtekar -'Suor Maria', per i media
Usa-, una leader degli studenti islamici nella rivoluzione khomeinista nel 1979,
oggi vice-presidente e capo dell'Agenzia per la tutela dell'Ambiente. L’intento
è rivitalizzare un memorandum del 2008 sulle tecnologie verdi. Sono discorsi
sia ecologici che economici: per le aziende italiane "si aprono
grandissimi spazi di collaborazione bilaterale e prospettive non solo nei
settori tradizionali", come quello energetico, ma pure sui fronti culturale,
archeologico e –appunto- ambientale.
C’è
dialogo pure su diritti umani, condizione femminile, pena di morte. La Bonino vede spiragli
nell'approccio iraniano alla pena capitale, “sia per i minorenni sia per i
reati di droga". L'Iran è uno dei Paesi con il maggior numero di
esecuzioni condotte ogni anno, anche di ‘under 18’ .
Ma i temi
politicamente più caldi, nucleare e Siria, sono per oggi. La strada per
un’intesa definitiva sui programmi nucleari, dopo la provvisoria di novembre, è
fitta d’ostacoli: quindi, ci vuole cautela. "Dipenderà da loro, ma anche
da noi non fare errori -osserva la Bonino-.
E' un periodo fragile e bisogna tenere i nervi a posto".
Quanto alla Siria, "la responsabilizzazione dell'Iran nella crisi è
importante", nota la
Bonino. La
partecipazione di Teheran alla conferenza di pace del 22 gennaio potrebbe
essere sia diretta che indiretta, ma l’approccio deve essere “collegiale".
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