Scritto per EurActiv lo 08/12/2013
Le assise parlamentari non
compaiono nella bozza di programma del semestre di presidenza di turno italiana
del Consiglio dell’Unione europea. E la circostanza alimenta gli interrogativi
sull’evento, che prima doveva precedere la presidenza e poi esserne un momento
forte.
Il calendario della
presidenza non è stato ancora reso pubblico, ma è già stato trasmesso a
Bruxelles per un confronto con le Istituzioni europee e con i Paesi Ue. A
quanto si apprende da fonti bene informate, il progetto delle assise continua a
incontrare ostacoli, organizzativi e anche politici, proprio a livello
parlamentare.
Il ministro degli esteri
italiano Emma Bonino, favorevole all’appuntamento, ne avrebbe di nuovo parlato
con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e vorrebbe discuterne con
i premier Enrico Letta. Ma la Camera frappone difficoltà, evidenzia i costi e,
per il momento, punta a un incontro a Roma in primavera dei presidenti dei
Parlamenti europeo e nazionali: un’iniziativa che i fautori delle assise
giudicano valida se preliminare al più vasto incontro, ma non se sostituiva.
L’idea originaria
del comitato italiano del Movimento europeo (cime), presieduto da Virgilio
Dastoli, prevedeva la convocazione delle assise parlamentari prima
delle elezioni
europee di fine maggio 2014. In tal modo, le assise, che
dovrebbero coinvolgere il Parlamento europeo e tutti i Parlamenti nazionali dei
28 Paesi Ue, potevano diventare un’occasione di confronto fra i candidati
espressi dai principali partiti politici europei alla presidenza della
Commissione europea, oltre che di ampio dibattito su temi e priorità del
semestre di presidenza italiana.
Nonostante gli
elementi di suggestione indubbi e malgrado un voto
in tal senso del Parlamento italiano e l’interessamento del presidente Napolitano e di esponenti governativi, questo
progetto è, di fatto già svanito.
Resta in piedi l’ipotesi di convocare le assise, che
potrebbero anche chiamarsi, a quel punto, conferenza o congresso, durante la presidenza di turno italiana, prima
del Consiglio europeo di dicembre 2014, cioè quando le Istituzioni europee
rinnovate (il Parlamento, la Commissione e il presidente del Consiglio europeo)
saranno già insediate. Le assise potrebbero essere precedute da una convenzione
della società civile, che il Movimento europeo organizzerebbe a metà novembre.
Ma anche questa ipotesi non trova riscontro nella bozza
di programma della presidenza, dopo che i due rami del Parlamento italiano si
erano impegnati a fine giugno a promuoverne la realizzazione e dopo che il comitato
di pilotaggio del semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dei
Ministri dell'Ue aveva recepito tale indicazione nella sua prima riunione il 7
agosto.
Secondo le fonti,
ostacoli e riserve continuano a venire da uffici e da gruppi vicini alla
presidente della Camera Laura Boldrini. Nessuno nega che le assise costituiscano un grosso impegno
politico e organizzativo e che debbano svolgersi in condizioni ottimali, per
garantirne il successo; ma è pure vero che esse potrebbero dare una scossa al
processo d'integrazione e incoraggiare una nuova politica economica per più
crescita e più lavoro.
Ovviamente, non si tratta di portare a Roma tutti i
membri dei Parlamenti nazionali di tutti i 28 Paesi Ue e del Parlamento
europeo, ma delegazioni di essi. I servizi della Camera paiono paventare un
impegno eccessivo per le risorse umane disponibili, anche se l'evento sarebbe
molto concentrato nel tempo -alcuni giorni- e avrebbe dimensioni economiche
relativamente modeste – le missioni a Roma dei parlamentari europei e nazionali
sarebbero a carico delle istituzioni di appartenenza -.
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