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domenica 15 dicembre 2013

Ue: politica estera 2; senza, non ci sono difesa e sicurezza comuni

Scritto per EurActiv il 15/12/2013

Se non c’è una politica estera europea, non ci può essere una politica comune di difesa e di sicurezza. Il concetto è stato espresso a più riprese in convegni a Roma nell'imminenza del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre su difesa e sicurezza europee.

Diplomatici ed esperti concordano che neppure l’eventuale lancio, nel settore della difesa, di cooperazioni strutturate rinforzate darebbe all'Europa una politica di difesa comune, in assenza di una politica estera.

“Politica estera e di difesa: quale Italia in Europa?” è stato il tema d’un appuntamenti della serie Officina 2014 sull’Italia in Europa e, in particolare, sull’agenda della presidenza italiana 2014, organizzati dal comitato italiano del Movimento europeo (cime). Alla Farnesina, ne hanno discusso politici, diplomatici ed esperti.

Temi analoghi sono emersi al convegno “La diplomazia italiana del futuro e la prospettiva di una diplomazia europea”, organizzato dall'Associazione nazionale diplomatici a riposo Costantino Nigra presso l’Istituto diplomatico Mario Toscano: protagonisti, ambasciatori del passato, del presente e del futuro, politici attenti alla politica estera, docenti e giornalisti.

Nelle varie sedi, c’è stato chi ha sollecitato un percorso parallelo tra le discussioni europee e la revisione del concetto strategico dell’Alleanza atlantica, l’anno prossimo. I ritardi dell’Unione nell’integrazione sui fronti della difesa e della sicurezza emergono evidenti anche da alcuni dati formali: la mancanza, ad esempio, di un Consiglio dei Ministri Ue della difesa, mentre c’è quello degli Esteri; e l’esiguità delle risorse destinate all’Agenzia della Difesa, 32 milioni di euro l’anno, i ¾ dei quali servono a pagare gli stipendi.

E se non tutti sono d’accordo sull'idea che nel Mondo via sia una “domanda d’Europa”, del resto spesso elusa quando espressa, molti condividono il rilievo di un’Europa autoreferenziale, che tende a farsi fortezza rispetto ai problemi che vengono dal Sud del Mondo, invece di aprirsi a essi e di proporsi come soluzione, sia diplomaticamente sia mettendo in campo risorse. Quanto alla lotta contro il terrorismo, c’è la consapevolezza che il welfare serve più dei droni per contrastarne le cause.

L’ambasciatore Giancarlo Aragona, presidente dell’Ispi, suggerisce le relazioni con gli Stati Uniti, la Russia e l’insieme del Mediterraneo come aree dove la presidenza italiana dovrebbe dare alla presenza europea un forte impulso, mentre l’interesse dell’Europa per la Cina va scemando (ed è vero pure il viceversa). E il professor Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, vede un’Europa alla Gloria Swanson, “sul viale del tramonto”.

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