Sarà una riunione dell’Eurogruppo, lunedì 7 luglio, seguita da una dell’Ecofin, martedì 8, ad aprire l’attività del Consiglio dei Ministri dell’Ue nel semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Unione, dal 1° luglio al 31 dicembre 2014. I momenti clou saranno i Vertici europei del 23 e 24 ottobre e del 18 e 19 dicembre, entrambi a Bruxelles.
Sono indicazioni ricavate dalla bozza di
calendario della presidenza di cui EurActiv.it è in possesso e che pubblica sul proprio sito www.euractiv.it.
La bozza, già trasmessa a Bruxelles, è ancora soggetta a variazioni e
integrazioni: prevede la consueta teoria di riunioni ministeriali formali e
informali nelle varie formazioni, alcune con scadenza mensile –Affari generali,
Esteri, Ecofin, Agricoltura, etc.-, altre con scadenze più rarefatte. Il mese
d’agosto è quasi completamente libero da appuntamenti. Gli incontri informali,
com’è tradizione, si svolgeranno in Italia.
Dopo la prima riunione a livello ministeriale
del comitato di pilotaggio della presidenza, il 7 agosto, la preparazione della
presidenza sta proseguendo con le riunioni, con ritmo quasi quindicinale, di un
gruppo tecnico, coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo
Patroni Griffi, mentre il comitato a livello ministeriale dovrebbe di nuovo riunirsi
a breve.
Fra i funzionari e i diplomatici che la preparano,
a Palazzo Chigi, alla Farnesina e a Bruxelles, c’è piena consapevolezza che la
presidenza italiana coinciderà con un momento difficile per l’Unione e per le
sue Istituzioni, tutte in fase di rinnovamento –Commissione, Parlamento,
Consiglio-. Il che condizionerà la possibilità di ‘fare maturare’ nel semestre
dossier e decisioni, anche se potrebbe esaltarne il carattere propositivo e programmatico,
magari la spinta verso la “correzione di rotta” per crescita e occupazione di
cui spesso parlano il presidente Napolitano e il premier Letta.
Questa consapevolezza è finora meno
evidente nelle dichiarazioni politiche. Ci sarà da fare fronte alla crisi di
fiducia tra i cittadini e l’Unione, che potrebbe trovare un riflesso nella
partecipazione alle elezioni europee del maggio prossimo e nei risultati del
voto; e, nel contempo, bisognerà evitare che, fra le Istituzioni stesse, si
creino tensioni e fratture, ad esempio quando si tratterà di designare, da
parte del Consiglio europeo, il nuovo presidente della Commissione europea e di
votarne poi l’investitura da parte del Parlamento europeo.
Nelle diatribe anche procedurali sulle
nomine, c’è il rischio che venga meno il rapporto di fiducia Consiglio /
Commissione, anche se una dialettica fra le Istituzioni è fisiologica e se, su
molti temi, ad esempio sul bilancio, c’è spesso stata in passato una sorta di
alleanza Parlamento / Commissione contro il Consiglio.
Ad accrescere gli impacci, nel semestre
italiano saranno rarefatte le proposte della Commissione, perché è probabile
che l’attuale si concentri, d’ora in avanti, più sul portare avanti i dossier
già trasmessi al Consiglio e al Parlamento che sul lanciarne di nuovi, mentre
la nuova sarà troppo fresca di nomina per sfornarne di nuove. Ma è comunque
prevedibile che alcuni dossier già aperti, come l’Unione bancaria e
l’immigrazione, non siano chiusi prima della metà del 2014.
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