Scritto per EurActiv lo 05/01/2014
“Per una Repubblica europea, federale, democratica e solidale”: è questo il titolo della lettera aperta indirizzata dal Cime al presidente del Consiglio Enrico Letta e, per conoscenza, al ministro per gli affari europei Emma Bonino.
“Per una Repubblica europea, federale, democratica e solidale”: è questo il titolo della lettera aperta indirizzata dal Cime al presidente del Consiglio Enrico Letta e, per conoscenza, al ministro per gli affari europei Emma Bonino.
La lettera invita Letta a uscire allo scoperto ed a cercare
di promuovere, fra 40 giorni, il 14 febbraio 2014, quando si riunirà a
Bruxelles il Consiglio europeo, il primo dell’anno, un’alleanza di fatto fra le
forze politiche europee innovatrici.
Quel giorno saranno trascorsi esattamente trent’anni da
quando il Parlamento europeo votò, a larga maggioranza, il progetto di Trattato
per l’Unione europea voluto in primo luogo da Altiero Spinelli.
La lettera aperta è firmata dal presidente del comitato
italiano del Movimento europeo Pier Virgilio Dastoli, che di Spinelli fu
l’ultimo e più stretto collaboratore, e dai vice-presidenti Rocco Cangelosi,
Sandro Gozi e Gianluca Susta –gli ultimi due, parlamentari, sono co-presidenti
dell’intergruppo per gli Stati Uniti d’Europa-.
Il testo prende proprio le mosse dall’anniversario e invita
Letta a ricordarlo ai suoi colleghi, come un “atto solenne di democrazia
parlamentare che aprì la strada alle successive cinque revisioni dei Trattati”.
E ciò proprio “mentre rischia di evaporare il consenso delle opinioni pubbliche
verso il progetto di unificazione del continente e crescono movimenti che
descrivono il sogno di Spinelli come un incubo da cui bisognerebbe fuggire”.
La lettera cita le innovazioni contenute nel progetto di
Trattato approvato dal Parlamento europeo trent’anni or sono e chiede a Letta
di prospettare ai leader dei 28 un’iniziativa, da concretizzare, poi, al
Vertice di giugno.
L’idea è di riconoscere al Parlamento europeo che uscirà
dalle elezioni di maggio una funzione costituente e di rilanciare il progetto
delle assise parlamentari, “un grande incontro della democrazia rappresentativa
nazionale ed europea”, che dovrebbe farsi a Roma in autunno, come già si
svolsero a Roma nel novembre 1990.
Le assise dovrebbero avere “il mandato di discutere del
futuro dell’Unione e di fornire al nuovo Parlamento europeo elementi essenziali
per il suo lavoro costituente”, ispirati a punti non attuati del progetto del
1984., fra cui l’eliminazione del potere di veto in settori chiave per lo sviluppo
dell’Unione, come la politica estera, la giustizia penale, la politica fiscale,
le risorse proprie, e l’introduzione del sistema federale tedesco della
perequazione finanziaria e ancora degli strumenti dei prestiti e dei mutui per
garantire l’indispensabile solidarietà europea.
Il tutto nella prospettiva di un'alleanza di fatto fra le forze
politiche innovatrici e non immobiliste che convergano sulla volontà di
procedere verso l’Unione più democratica e più solidale, una “repubblica
europea” –dice la lettera- all'altezza delle sfide del XXI Secolo.
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