Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano lo 08/01/2014
Gli europeisti italiani invitano Enrico Letta ad andare a
prendere “farfalle europee”. Proprio come, per scherno, si diceva di Altiero
Spinelli, quando, nel 1980, all'inizio della prima legislatura del Parlamento
europeo eletto a suffragio universale, creò il Club del Coccodrillo e lanciò il
progetto d’un Trattato per l’Unione europea.
In realtà, la storia diede ragione al coraggio di Spinelli: il
progetto di Trattato per l’Unione europea, approvato a larga maggioranza
dall'Assemblea di Strasburgo il 14 febbraio 1984, verso la fine della
legislatura, non fu solo “un atto solenne di democrazia parlamentare”, senza
conseguenze pratiche immediate, ma aprì la strada alle successive revisioni dei
Trattati istitutivi della Comunità europea, a partire da quello di Maastricht
e, di conseguenza, all'Unione europea e alla moneta unica.
Come dire che il coraggio e una visione possono condurre
lontano, più lontano di quanto i calcoli della politica non sappiano prevedere.
In una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio e, per
conoscenza, al ministro degli esteri Emma Bonino, il consiglio italiano del Movimento
europeo (Cime) chiede a Letta di farsi portavoce di un’iniziativa per liberare
l’integrazione dalle pastoie della crisi e
degli egoismi, nazionali e corporativi.
“Per una Repubblica europea, federale, democratica e
solidale” è il titolo della lettera aperta firmata dal presidente del Cime Pier
Virgilio Dastoli, che di Spinelli fu l’ultimo e più stretto collaboratore, e
dai vice-presidenti Rocco Cangelosi, Sandro Gozi e Gianluca Susta –gli ultimi
due, parlamentari, sono co-presidenti dell’inter-gruppo per gli Stati Uniti
d’Europa-.
Il 14 febbraio, nel 30° anniversario dell’approvazione del
progetto di Spinelli, il Consiglio europeo si riunirà a Bruxelles. Nella loro
lettera, Dastoli & C. sollecitano il premier a promuovere, nell'occasione, un’alleanza
di fatto fra le forze politiche europee innovatrici perché sia riconosciuta, al
Parlamento europeo che sarà eletto di lì a cento giorni, il 25 maggio, una
funzione costituente.
E ciò proprio “mentre rischia di evaporare il consenso delle
opinioni pubbliche verso il progetto d’unificazione del continente e crescono
movimenti che descrivono il sogno di Spinelli -maturato negli anni del confino,
a Ventotene, nel tempo più buio dell’Europa schiacciata sotto il nazi-fascismo
e devastata dal conflitto, ndr- come un incubo da cui bisognerebbe fuggire”.
La lettera ricorda gli elementi innovativi contenuti nel
progetto di Trattato approvato dall'Assemblea di Strasburgo trent’anni or sono
e rilancia l’idea, sostenuta dal Parlamento italiano, delle assise
parlamentari, “grande incontro della democrazia rappresentativa nazionale ed
europea”, che dovrebbero farsi a Roma in autunno, come già si svolsero a Roma
nel novembre 1990.
Le assise dovrebbero avere “il mandato di discutere del
futuro dell’Unione e di fornire al nuovo Parlamento europeo elementi essenziali
per il suo lavoro costituente”, ispirati a punti significativi e non attuati del
progetto del 1984, fra cui l’eliminazione del potere di veto in settori chiave
per lo sviluppo dell’Unione, come la politica estera, la giustizia penale, la
politica fiscale, le risorse proprie, e ancora l’introduzione di strumenti e meccanismi
di solidarietà europea.
Il tutto in vista di un’alleanza di fatto fra le forze
politiche innovatrici e non immobiliste che convergano sulla volontà di
costruire un’Unione più democratica e più solidale, cioè una “repubblica
europea” –dice la lettera- all’altezza delle sfide del XXI Secolo, più vicina
alla visione e alla lungimiranza dei Padri fondatori che alla miopia e alla mancanza
di leadership dei capi attuali.
C’è la convinzione che una dichiarazione del genere di Letta
al Vertice europeo del 14 febbraio “provocherà uno scossone salutare” e “aprirà
un dibattito” fra le forze politiche, nell'opinione pubblica, sui media. Se,
invece, Letta opterà per dichiarazioni “vaghe, reticenti, generiche e
ritualmente celebrative, o peggio ancora commemorative”, il premier “tornerà a
casa con un pugno di foglie secche , avendo apportato nuovo ossigeno agli
immobilisti europei”, e, quindi, in ultima analisi, all'euro-scetticismo, e
“l’Unione avrà perso un’occasione irripetibile”.
Che il premier s’armi di retina ed esca a caccia di farfalle
(europee). Invece di somministrarci bufale italiane.
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