Scritto per EurActiv il 15/01/2014
L’errore è stato puntare a fare il “mimino
indispensabile”, invece che il “massimo possibile”, d’Unione europea: lo
evidenzia Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, ex parlamentare europeo,
aprendo il dibattito sul futuro dell’Ue organizzato a Roma al Teatro Argentina.
I dibattiti sul futuro dell’Ue costituiscono una serie di
appuntamenti regionali e mirano a raccogliere input e indicazioni, senza la
valenza d’un sondaggio: 13 le domande
della Commissione ai cittadini sull'Ue che vorreste. L’incontro laziale è stato
il sesto, gli altri seguiranno.
La timidezza dell’Unione, in questa fase difficile e
contestata dell’integrazione comunitaria, si spiega, ha detto Zingaretti, e
hanno ammesso nei loro interventi esponenti delle Istituzioni europee, con le
scelte sbagliate che sono state fatte di fronte alla crisi e alla
globalizzazione.
Le elezioni europee del prossimo maggio sono l’occasione,
è stato sottolineato, di cambiare l’Unione, spostandone, ad esempio, le
priorità dal rigore alla crescita, e di dare più potere all'Europa.
Alla base, deve esserci la convinzione –affermata da Zingaretti-
che la democrazia ha la priorità sulla politica: è cioè essenziale dare alle
figure di punta dell’integrazione, ad esempio il presidente della Commissione
europea oggi, e il presidente degli Stati Uniti d’Europa domani, la massima
legittimità democratica derivante da un’elezione diretta.
Zingaretti ha osservato che l’Unione europea è il
maggiore processo d’integrazione mai realizzato nella storia senza ricorso alla
forza: un processo, cioè, che non ha mai comportato la sottomissione di un
Paese, o di un popolo, all'altro.
Se oggi gli europei contano di meno nel Mondo, rispetto
al passato, la risposta e il riscatto non possono che venire dall'integrazione:
“Non so se ce la faremo uniti, ma di
sicuro nessuno di noi ce la farà da solo”.
Come in tutte le altre Regioni, anche nel Lazio, dopo
l’evento di lancio, il dibattito sul futuro dell’Unione verrà alimentato, da
qui alla metà di aprile, da almeno tre eventi sul territorio. La sintesi
nazionale sarà poi fatta in un evento finale che coinvolgerà il Governo.
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