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sabato 2 marzo 2013

Italia 2013: Goulard (Pe), cos' rischiamo di perdere i popoli europei

Scritto per EurActiv lo 02/03/2013

“Se non acceleriamo l’integrazione, perderemo i popoli europei”: lo afferma Sylvie Goulard, deputata europea del Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, autrice l’anno scorso di un libro scritto a quattro mani con il premier Monti, ‘La democrazia in Europa’.  EurActiv.it l’ha intervistata, alla luce dell’esito delle elezioni italiane.

Il risultato del voto l’ha sorpresa?, la preoccupa? “La sorpresa non c’è stata, perché l’avanzata di Grillo era stata percepita negli ultimi giorni. La preoccupazione è di sapere se e quando Italia avrà un governo e quale sarà l’influenza di personaggi che hanno fatto campagna contro l’euro e l’Unione, senza però spiegare ai cittadini che certe scelte non risolvono i problemi, ma li aggravano. Rispetto il risultato delle elezioni, ma, per ora, non possiamo dire dove e fin quando andiamo avanti insieme”.

“Nella campagna italiana, ci sono stati forti toni anti-tedeschi. E in Germania si sentono forti toni anti-italiani. Non abbiamo fatto l’Europa per arrivare a questo livello di confronto nazionale. Ci possono essere risposte ai problemi di destra, di sinistra, o verdi, ma sempre europee, non nazionali. Questa situazione è il risultato di un’involuzione sbagliata delle Istituzioni europee”.

Il risultato italiano è riproducibile in altri Paesi? “Altrove, non ci sono né Berlusconi né Grillo, quindi non si può dire. Ma le democrazie in Europa sono interdipendenti, com'è spiegato nel libro che ho scritto con Monti, su entrambi i piani, europeo e nazionale… Certo la contestazione di come il Consiglio europeo decide -il Consiglio europeo, dico bene, non l’Unione europea-, senza un dibattito pubblico, senza trasparenza né democrazia, potrebbe trovare un’eco anche in altri Paesi”.

Ci sono state carenze da parte dell’Europa? “Certo che ci sono state. Ma, nel libro, con Monti, notiamo che abbiamo grandi dibattiti a livello nazionale, dove facciamo messe cantate, mentre, a livello europeo, i cittadini non hanno la possibilità di dire la loro sulle scelte da fare… Siamo a uno stadio di sviluppo incompiuto dell’integrazione e della democrazia: siamo a metà della strada, ma se non acceleriamo perderemo i popoli”.

E quale può essere la risposta europea nel breve periodo? “E’ difficile innescare in tempi brevi cambiamenti istituzionali. Ma i capi di Stato o di governo potrebbero accettare, come primo passo, alcune indicazioni del Parlamento europeo, che ha chiesto di accompagnare le politiche d’austerità con altre politiche per la crescita e l’occupazione, come gli eurobonds e gli europrojects”.

“Un altro caso è il bilancio europeo. Tutti i gruppi del Parlamento sono d’accordo: quello varato è un bilancio del passato. Vediamo aumentare la povertà nell’Unione, dobbiamo davvero contrastarla a livello europeo”.

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