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domenica 17 marzo 2013

Ue: Cipro; Eurogruppo, aiuti, ma mannaia sui conti correnti

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/03/2013

Un risveglio all'italiana per gli 850 mila ciprioti e pure per i correntisti stranieri attirati nelle banche dell’isola dalle condizioni favorevoli: i loro depositi saranno colpiti da una tassa straordinaria, che l’Eurogruppo ha deciso in una sessione notturna tra venerdì e sabato, convocata a seguire il Vertice dei 27. L’Eurozona ha così voluto penalizzare il settore creditizio cipriota definito dal presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, “ipertrofico”.

L’11 luglio ‘92, il governo italiano – premier Giuliano Amato, ministro delle finanze Piero Barucci – varò un decreto legge da 30 mila miliardi (di lire), con un prelievo forzoso retroattivo al 9 luglio del 6% sui conti correnti bancari: dettata da un “interesse di straordinario rilievo per una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica”, l’azione non evitò, in autunno, una manovra ‘lacrime e sangue’ da 93mila miliardi, la madre di tutte le italiche manovre. Le eccezioni d’incostituzionalità piovvero, ma furono respinte.

Colti di sorpresa, i ciprioti hanno fatto la fila per tutta la giornata di sabato ai bancomat per ritirare quanto potevano dai loro conti e sottrarlo così alla mannaia euro-azionata. Per gli italiani, quanto loro accaduto suona campanello d’allarme: se le cose da noi vanno male, la politica s’impantana e la crisi riprendesse il sopravvento, l’Europa potrà magari venirci in aiuto, ma a condizioni capestro. Anche se il nostro sistema creditizio non è certo “ipertrofico”, coi tassi d’interesse sui conti corrente che filano rasoterra più dei tiri dal limite di Pogba.

"La situazione di Cipro è unica" e per questo "abbiamo ritenuto giustificato il tassare i depositi", tranquillizza Dijsselbloem. L’isola ha l’acqua alla gola: il tasso di disoccupazione al 22%, il debito al 145% del Pil a febbraio. Per Mario Draghi, “l’economia di Cipro è piccola ma il rischio sistemico per l’Eurozona non lo è”.

Il nuovo governo, guidato dal neo-eletto presidente Nikos Anastasiades, aveva chiesto 17,5 miliardi di euro di aiuti, una cifra non enorme, ma comunque pari al 100% del Pil dell’isola. E ha ottenuto l'ok a interventi "fino a 10 miliardi" che serviranno a sostenere il sistema bancario dell'isola, messo a dura prova, negli ultimi tre anni, dalla crisi greca e dalla ristrutturazione del debito di Atene, dove le banche cipriote s’erano molto esposte. Il Fondo monetario internazionale dovrebbe contribuire con un miliardo di euro.

Il programma di assistenza prevede, però, una tassa straordinaria sui depositi bancari pari al 6,75% per quelli fino a 100 mila euro e del 9,9% per quelli superiori; e sarà pure introdotta una ritenuta alla fonte sugli interessi. Le entrate così previste, calcola Dijsselbloem, sono pari a 5,8 miliardi.

Le autorità di Nicosia le hanno provate tutte per evitare la mannaia di Bruxelles. Avevano persino chiesto soldi alla Grecia, due miliardi di euro: mossa disperata, risposta scontata, “Ci restano solo lacrime per piangere, altro che soldi”.

Le banche cipriote più inguaiate sono Bank of Cyprus e Popular Bank, le più esposte in Grecia (si calcola per un totale di 17,5 miliardi). La bolla bancaria s’è andata gonfiando nel tempo, si sospetta anche a causa di attività illecite: nei negoziati in seno all’Eurogruppo, è stato evocato il “riciclaggio di denaro sporco”, specie d’origine russa; e Berlino pretendeva “più trasparenza” come condizione degli aiuti.

A Cipro, la gente ha reagito prima con incredulità, poi con rabbia. I governi, vecchio e nuovo, avevano promesso che i risparmi non sarebbero mai stati toccati; e non era mai successo finora che un piano di aiuti europeo colpisse i depositi bancari, in Grecia, Irlanda, Portogallo o Spagna. E c’è chi invoca una franchigia per i piccoli correntisti.

Le banche effettueranno i prelievi martedì mattina, dopo la festività religiosa del 'Lunedì pulito’, equivalente ortodosso del Mercoledì delle Ceneri. Ieri, anche le banche cooperative, di solito aperte il sabato, sono rimaste chiuse. E il governo ha disposto il blocco dei trasferimenti di denaro via internet.

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