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sabato 2 marzo 2013

Italia 2013: Verhofstadt (Pe), una sveglia per i leader europei

Scritto per EurActiv lo 02/03/2013

“Senza il doppio binario del rigore e della crescita, è in pericolo non solo l’Eurozona, ma tutta l’Unione”: lo afferma Guy Verhofstadt, europeista convinto, presidente del Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa al Parlamento europeo, ex premier belga. EurActiv.it l’ha intervistato, alla luce dell’esito delle elezioni italiane.

Il risultato del voto l’ha sorpresa?, la preoccupa? “L’elettorato italiano è stato ‘preso in mezzo’ fra due populismi: il movimento di Grillo mi pare una sorta di reazione a un decennio di Berlusconi al potere. La vittima di questa situazione è stato Monti, finito lui schiacciato fra i due populismi. Però, mi  pare che il voto italiano, prima che anti-Europa, sia anti-politica: i cittadini italiani sono stufi dei loro politici corrotti, mentre oltre il 70% di loro non vogliono lasciare euro, perché sanno che fuori dall’euro ci sono solo svalutazioni per riconquistare competitività e impoverimento”.

Comunque, la conseguenza dei  risultati “è che in 24 ore lo spread è salito e che il lavoro di mesi è svanito in un lampo. E’ una buona lezione per quei leader europei che pensavano che l’intervento di Draghi, il settembre scorso, non fosse opportuno; e invece aveva calmato i mercati, e pure i politici… Però, il fatto che quel che accade in Italia basti a esporre di nuovo l’euro a rischi significa che la crisi non è superata…”.

Ci sono state carenze da parte dell’Europa? “Abbiamo una larga parte di responsabilità” per l’esito del voto in Italia, “perché non abbiamo dato a Monti il minimo aiuto, pur avendolo l’Ue sostenuto fin dall'inizio. Monti era partito con un enorme appoggio politico e popolare, ma tutto è evaporato, perché l’Unione non l’ha aiutato nelle sue riforme: è stato più volte a Berlino e a Bruxelles a chiedere aiuto, perché tassi di interesse e spread potessero scendere in modo drastico. Se l’avessimo aiutato, allora avrebbe potuto prendere iniziative per la crescita e gli investimenti: misure che avrebbero dato ossigeno all'economia, mentre alzare le tasse serve solo a deprimerla. Ma non ha potuto farlo: qui, c’è una colpa dell’Europa. Metà degli sforzi chiesti da Monti ai cittadini italiani sene sono andati per pagare gli interessi del debito”.

E quale può essere la risposta europea nel breve periodo? “Non possiamo limitarci all'austerità, dobbiamo spingere la crescita e promuovere una fondamentale ristrutturazione della costruzione europea. Abbiamo un’unione monetaria, ma non abbiamo gli altri strumenti necessari: non abbiamo per ora un’unione bancaria, economica,  economica, politica”

“Se c’è un vantaggio in tutto ciò, è che le elezioni italiane possono suonare la sveglia ai leader europei, che la crisi non è superata, che non possiamo risolverla senza un’Unione monetaria e senza  la prospettiva di quella politica e che la disciplina di bilancio è una cosa buona, ma da sola non basta. Ci vogliono solidarietà e crescita: bisogna usare la dimensione europea, dagli eurobonds agli europrojects”.

“Se non viaggiamo su entrambi i binari, in pericolo non è solo l’eurozona, ma tutta l’Unione. Spero che le elezioni italiane mettano pressione sui leader europei, che agiscono solo quando hanno le spalle al muro e non hanno altra scelta”.

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