P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

venerdì 8 marzo 2013

Italia 2013: l'arte di vivere senza governo, 530 giorni da belgi

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 08/03/2013

Con il senso dell’umorismo che li contraddistingue, abituati come sono a essere lo zimbello delle barzellette francesi, i belgi ne hanno ricavato un libro antologia, con le vignette satiriche abbattutesi su di loro nei 530 e oltre giorni della crisi (di governo) più lunga che si sia mai vista. Meglio, anzi peggio, dell’Olanda, dove pure per fare i governi ci vuole una vita, e persino dell’Iraq, dove, però, si negozia tra una tazza di te e un’autobomba.

‘La fine del mondo è rinviata a una data ulteriore’ è il titolo dell’antologia. La crisi durò dal giugno 2010, elezioni politiche, al dicembre 2011, quando, al fine, il Belgio ebbe un governo a parte intera, politico e nella pienezza dei poteri e non tecnico e in carica per gli affari correnti.

Yves Leterme, cattolico, fiammingo, premier in carica durante la trattativa infinita, poté andarsene tranquillo all'Ocse, dove lo aspettava da mesi il posto di vice-segretario generale: guadagna di più e ha meno grane. Ed Elio Di Rupo, socialista, francofono, origini italiane, gay dichiarato, poté insediarsi al 16 di rue de la Loi, che è l'equivalente belga di Palazzo Chigi.

Come avevano vissuto i cittadini belgi la lunga attesa di un governo a pieno titolo? Non si può dire che il clima, nel Paese, fosse normale. A pesare, però, più che la provvisorietà dell’esecutivo, era la sovrapposizione di due crisi: quella economica, comune a tutta l’Europa; e quella istituzionale, perché, dalle urne, era uscito un paese sull'orlo della separazione tra fiamminghi (il Nord ricco e cattolico, due terzi della popolazione) e valloni (il Sud francofono e socialista, meno prospero). La miccia era stata l’affermazione del movimento nazionalista fiammingo di Bart De Wewer, tenuto, però, fuori dal governo. L’anno scorso, De Wewer ha stravinto le elezioni comunali ed è diventato sindaco d’Anversa, la principale città fiamminga

Insomma, non era una crisi di governo come altre: la posta in gioco era l’unità del Belgio, anzi l’esistenza del Belgio. E questo era ben presente sui media e nella testa della gente, anche se – testimonia un fiammingo di Bruxelles – “a un certo punto ci si abitua”.

Fortuna che il premier LeTerme e i suoi ministri se la cavarono bene. E, con senso di responsabilità condiviso, i partiti in Parlamento permisero loro di prendere decisioni che vanno al di là d’un’interpretazione stretta degli affari correnti: il governo in carica gestì il semestre di presidenza belga del Consiglio dell’Ue, evitò il fallimento di alcune banche in grandi difficoltà, adottò misure di rigore e tagliò la spesa pubblica per ridurre il deficit di bilancio. Non poté, invece, adottare riforme strutturali, come quella delle pensioni, parte della discussione fra i partiti sul programma della nuova coalizione.

Alla fine, i sei partiti che negoziavano raggiunsero un'intesa di massima su un documento programmatico di 185 pagine. L'ultimo scoglio, i tagli alla spesa pubblica, venne superato quando l'agenzia di rating Standard & Poor's declassò l'affidabilità del debito belga. Il campanello d'allarme fu sufficiente a riportato i partiti al tavolo della trattativa, dopo avere sfiorato l'ennesima rottura.

Sostenuto dal re Alberto II, Di Rupo, pipa e papillon, divenne il primo premier francofono e vallone dal 1974. Quando s’insediò, l'intesa appariva fragile e gli equilibri nella coalizione precari. Le tre principali famiglie politiche belghe, cattolici, liberali e socialisti, sono presenti, ma i fiamminghi non sono adeguatamente rappresentati. Gli incidenti di percorso e forse nuove elezioni parevano dietro l’angolo: sono passati 15 mesi e tutto fila (quasi) liscio, nel Paese che vive bene con (e senza) un governo con pieni poteri. Anche perché ciascuno fa il suo, prima di preoccuparsi se lo fanno gli altri.

Nessun commento:

Posta un commento