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mercoledì 13 febbraio 2013

Punto: Corea del Nord, il botto atomico mette tutti d'accordo contro


Scritto per l'Indro il 12/02/2013

La Corea del Nord ci riesce di nuovo: fa quel che le viene meglio, mettersi tutti contro, anche i suoi amici cinesi. In un batter d’occhio diplomatico, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito d’urgenza al Palazzo di Vetro di New York, “condanna fermamente” il test nucleare nord-coreano, il terzo della serie –i precedenti nel 2006 e nel 2009- e annuncia che cercherà di adottare in fretta “misure adeguate” con una nuova risoluzione –per questo, però, ci vorrà più tempo e ci saranno molti più distinguo-.

Per la seconda volta in meno di 24 ore, l’attualità internazionale è attraversata da notizie che suscitano reazioni sostanzialmente unanimi. Lunedì, ieri, l’emozione e la sorpresa per l’annuncio delle dimissioni di papa Benedetto XVI. Oggi, lo sconcerto e la preoccupazione per l’esplosione, non inattesa, e unanimemente deplorata, dell’ordigno atomico nord-coreano.

A Washington, il presidente americano Barack Obama, che si appresta a pronunciare il discorso sullo stato dell’Unione, il primo del suo secondo e ultimo mandato, aggiorna il suo testo, perché rifletta gli ultimi sviluppi sulla scena mondiale: ci sarà, si pensa, un omaggio al pontefice; e ci sarà, è certo, la condanna di Pyongyang.

La dichiarazione del Consiglio di Sicurezza, approvata all’unanimità, è letta dal ministro degli esteri sud-coreano Kim Sung-hwan. Anche in questo, la Corea del Nord è stata tempestiva: ha compiuto il suo test proprio quando Seul presiede l’organo decisionale delle Nazioni Unite. Il documento giudica la deflagrazione dell’atomica nord-coreana “una chiara minaccia per la pace e la sicurezza internazionali”, oltre che una grave violazione di precedenti risoluzioni, ma non indica quali misure l’Onu potrebbe ora adottare.

Qualche idea viene dalla rappresentante degli Usa nel Consiglio Susan Rice, che dice alla stampa che l’obiettivo di Washington non è solo di rafforzare le misure già esistenti, ma è pure di allargare la gamma delle sanzioni a settori diversi, fra cui quello finanziario.

Parlando di azione “altamente provocatoria” da parte della Corea del Nord, la Rice, che doveva diventare segretario di Stato al posto di Hillary Clinton, ma è stata ‘bruciata’ dal Congresso per le sue reticenze sulla strage di Bengasi del settembre 2012,  prevede che Pyongyang, sotto l’effetto delle sanzioni, subirà ”un isolamento e una pressione sempre più forte per effetto delle sanzioni”: l’obiettivo è quello di impedire alla Corea del Nord di sviluppare i suoi programmi di armi nucleari e di missili balistici e di condurre attività di proliferazione. Un’azione di convinzione e coercizione parallela a quella svolta dalla comunità internazionale nei confronti dell’Iran, anche se Teheran, rispetto a Pyonyang, ha più amici e più protettori (anche perché ha qualcosa di più da offrire).

Il fatto che Washington e Pechino, e magari qualche altra capitale, fossero state informate di quanto stava per accadere limita nell'immediato l’impatto emotivo ed evita reazioni sopra le righe –anzi, la Borsa di Tokyo neppure si scompone e chiude positiva-, ma non frena una valanga di condanne. Obama definisce il test “una provocazione”, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon denuncia “una chiara violazione delle risoluzioni esistenti”, la Nato parla di “atto irresponsabile, l’Ue vi vede “una sfida sfacciata” alla comunità internazionale. In sintonia con i colleghi europei, il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi condanna l’episodio “con la più assoluta fermezza”. “è –afferma- l’ennesima flagrante violazione” degli obblighi imposti alla Corea del Nord dall’Onu e costituisce “una minaccia alla stabilità regionale e alla sicurezza globale”, oltre che mancare al rispetto delle regole di non proliferazione.

L'esplosione è avvenuta intorno alle 11.58 locali, cioè quasi le 4 del mattino da noi, e ha provocato un "sisma artificiale" di magnitudo 4,9 sulla scala Richter, secondo quanto rilevato dalla Ctbto (Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty Organisation), l'agenzia di controllo sui test nucleari, che ha sede a Vienna, più forte della magnitudo segnata nell'ultimo esperimento di Pyongyang del 2009 -4,5-. La potenza dell'ordigno è stata stimata in 6-7 chilotoni (un chilotone sprigiona energia pari all'esplosione di mille tonnellate di tritolo).

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