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venerdì 15 febbraio 2013

Punto: Italia/Usa, Napolitano da Obama, riceve elogi, dà valium

Scritto per l'Indro il 15/02/2013

Un peana a Napolitano, “leader straordinario e visionario”. E un atto di fiducia e un ringraziamento all'Italia “per l’enorme contributo” alle missioni di pace internazionali, a cominciare da quella, non proprio e non solo di pace, in Afghanistan. Nell'ultima sua visita da presidente alla Casa Bianca, salvo grosse sorprese, Giorgio Napolitano viene accolto da Barack Obama con un tappeto rosso d’elogi e cortesie. Oddio!, c’è pure qualche scivolata di buon gusto, tipo quel “bella idea di venire negli Usa a San Valentino”, come se questa a Washington non fosse una missione diplomatica, ma una vacanza romantica.

Con il presidente americano, Napolitano ha sempre avuto un buon rapporto: con la sua presenza, ha autorevolmente colmato un vuoto di relazioni e una mancanza di feeling tra Obama e Berlusconi, quando questi era premier; ed è divenuto un punto di riferimento europeo, non solo italiano, un faro in grado di chiarire le scelte non sempre trasparenti di Bruxelles, oltre che di Roma.

Con il presidente americano, quello italiano si vuole rassicurante: l’Italia deve continuare sulla via delle riforme e l’America fa bene a darle fiducia, “era al collasso, ora è sulla via del risanamento”. Obama sta attento a evitare ‘endorsement’ all'uno o all'altro candidato: così riserva apprezzamenti al ‘Super-Mario’ fuori gara del parterre italiano, Draghi, il presidente della Banca centrale europea; e mostra di gradire i segnali di ripresa che arrivano dall’Ue.

Dopo l’incontro alla Casa Bianca, le dichiarazioni di Napolitano diventano un fiume in piena, Usa, ma pure le elezioni e il dopo, gli scandali e le inchieste, pur se il presidente insiste che il colloquio s’è concentrato sulla situazione e le prospettive di Italia ed Europa. E nota che a Barck e Michelle piacerebbe un sacco tornare in Italia –di certo, ne avranno l’occasione-.

Ieri, gli Stati Uniti avevano tenuto a fare sapere di non essere “preoccupati" per le elezioni italiane di per sé, ma non avevano neppure nascosto di temere un’attenuazione dell’attenzione al rigore mostrata da Monti in funzione di una serie di riforme che portino alla crescita, vero obiettivo dell’Amministrazione Obama. "L'Italia ha fatto grandi progressi con il premier Monti, avviando riforme ambiziose per rafforzare l'economia e combattere  la crisi dell'euro: per il prossimo governo sarà importante mantenere lo stesso slancio", aveva detto uno dei portavoce della Casa Bianca, Caitlin Hayden.

Il fragore provocato dal susseguirsi di notizie di inchieste sulle principali aziende pubbliche italiane, a partire da Finmeccanica e Eni; la vicenda Mps; il ripetersi di casi di corruzione e tangenti; tutto ciò inducono a dubitare della tenuta dell’Italia. E anche per questo la visita di Napolitano, così a ridosso del voto, ha assunto contorni ben lontani da quelli di mera cortesia a fine settennato: ancora una volta, il presidente s’è trovato nella condizione di cercare di rassicurare e di trasmettere serenità all'Amministrazione Obama. Gli era già capitato.

Il politico italiano più "rispettato" in America, come l’ha salutato la leader democratica alla Camera Nancy Pelosi, era giunto mercoledì negli Stati Uniti per una serie di incontri ai massimi livelli –ieri, aveva pure visto il vicepresidente Biden-: obiettivo, confermare la volontà dell'Italia di non fermarsi nel duro percorso anti-crisi intrapreso, mantenendo il rigore di bilancio; e garantire gli ancoraggi europeo ed atlantico dell'Italia, a prescindere da chi vincerà le elezioni.

Alla vigilia dei colloqui, l'ambasciatore Usa in Italia, David Thorne, aveva diplomaticamente gettato acqua sul fuoco, garantendo che l'Amministrazione Obama non ha “alcuna preoccupazione" per il voto italiano. Ma, come scriveva ieri sull’ANSA Fabrizio Finzi, “sottotraccia resta la sottile tradizionale perplessità sull'Italia, incapace - scrivono i giornali americani - di uscire dal proprio stereotipo negativo”.

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