Scritto per EurActiv.it il 12/04/2014
I politici europeisti devono fornire ai cittadini scelte
concrete ed affrontare i problemi reali: questa la ricetta, così semplice da
apparire semplicistica, che un centro studi europeo, l’Ecfr, suggerisce per
evitare il panico da ‘ondata euro-scettica’ in vista delle elezioni europee.
Ma, evidentemente, metterla in pratica non è facile come dirla.
In uno studio dal titolo ‘The Eurosceptic surge and how to
respond to it’, lo European Council on Foreign Relations paventa la
trasformazione del dibattito politico in una mera, e per di più sterile,
battaglia tra ‘più’ e ‘meno’ Europa.
Mark Leonard, direttore del Council, e José Ignacio
Torreblanca, direttore del progetto di ricerca, sostengono che gli europeisti
non devono ridurre il dibattito a un confronto pro e contro l’integrazione, ma
devono piuttosto sottolineare l’importanza delle idee politiche, quale che ne
sia la tendenza, per rispondere alle sfide dell’Ue e degli Stati membri:
lavoro, immigrazione, crescita, ascesa della Cina.
Secondo Leonard e Torreblanca, c’è il rischio che i partiti
europeisti che formano grandi colazioni transnazionali, come il Ppe o il Pse,
siano etichettati come una élite che difende l’Ue piuttosto che gli europei. Al
contrario, proprio i partiti europeisti dovrebbero sottolineare come i problemi
europei tipo l’inadeguatezza dell’euro e il deficit democratico dell’Ue
richiedono una risposta costruttiva a livello europeo, piuttosto che il ricorso
al nazionalismo e alla xenofobia.
I sondaggi avallano i timori dello studio Ecfr. L’ultimo
pubblicato dal Parlamento europeo e realizzato in collaborazione con 'Tns
Opinion', raccogliendo i dati disponibili paese per paese e facendone per
partito, conferma la risalita del Ppe sul Pse: i popolari, secondo questo
computo, hanno oggi sei seggi di vantaggio sui socialisti 214 a 208. Rispetto a una
settimana fa, i popolari crescono di due seggi, i socialisti restano stabili.
Invariati a quota 66 i seggi attribuiti agli 'Altri',
categoria in cui vengono collocati i 'nuovi partiti' che non hanno
rappresentanti nell'attuale Parlamento, come il M5S. Fra i gruppi tradizionali,
i liberal-democratici –Alde- avrebbero 60 seggi (+2 rispetto a una settimana
fa), la Sinistra
unitaria –Gue- 51 (-2), i Verdi 44 (+1), i conservatori dell'Ecr 41 (+1).
Al gruppo Efd, attualmente composto principalmente dai
britannici dell'Ukip e dalla Lega Nord andrebbero 29 deputati (-3). La Lega ha però annunciato che farà
gruppo col Front National di Marine Le Pen, ora tra i 'Non iscritti', con altri
partiti come gli xenofobi olandesi del Pvv, i sepratisti fiamminghi belgi del
Vlaams Belang, gli ungheresi neonazisti di Jobbik, gli estremisti di destra del
British National Party.
L'europarlamento attribuisce i seggi in base all'attuale composizione dei gruppi. Con questa logica i 'Non iscritti' avrebbero 38 eletti (-1). L'area dell'euro-scetticismo, sommando gli 'Altri', i 'non iscritti' e l’Efd, raccoglierebbe 133 seggi sul totale di 751 (-4). Aggiungendo i conservatori salirebbe a 174 e conla Gue
arriverebbe a 225.
L'europarlamento attribuisce i seggi in base all'attuale composizione dei gruppi. Con questa logica i 'Non iscritti' avrebbero 38 eletti (-1). L'area dell'euro-scetticismo, sommando gli 'Altri', i 'non iscritti' e l’Efd, raccoglierebbe 133 seggi sul totale di 751 (-4). Aggiungendo i conservatori salirebbe a 174 e con
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