Scritto per EurActiv.it lo 01/04/2014
Il
semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue è un’occasione
importante per comunicare “quello che siamo e quello che vogliamo diventare
come Italia e come Unione”: parola del sottosegretario agli Affari europei
Sandro Gozi.
Parlando
a un seminario di formazione in vista del semestre di presidenza, lunedì 31
marzo, Gozi ha affermato che “l’Europa è ben presente nell’azione del governo”,
aggiungendo che ridurre le infrazioni, di cui l’Italia ha il record nell’Ue, “è
il miglior modo per essere credibili nell’Unione”. La riduzione delle
infrazioni, però, “non deve essere solo un cruccio della presidenza del
Consiglio dei Ministri, ma deve coinvolgere ogni settore toccato”.
Il
sottosegretario ha molto insistito sul cambiamento da portare in Europa: “Non
ci piace – ha detto - l’Unione che pecca di democrazia e non ha politica
energetica, difesa comune, politica fiscale”.
L’assenza
di Europa costa 260 miliardi l’anno nel campo digitale, 120 in quello della
difesa –le stime sono di fonti diverse-. Senza contare l’handicap per l’Italia
del mancato utilizzo dei fondi di coesione, della corruzione -60 miliardi di
euro l’anno-, dell’evasione fiscale –centinaia di miliardi l’anno-.
Per
Gozi, cambiare l’Unione significa “portare l’Europa a Lampedusa, realizzare
l’Europa dei diritti fondamentali (con l’adesione dell’Ue alla Corte europea
dei diritti dell’uomo), avviare una politica di crescita”: se il patto di
Stabilità è, di per sè, stupido, come ebbe a dire Romano Prodi, nel cui
gabinetto Gozi lavorò a Bruxelles, “darne una lettura rigida è ancora più
stupido”.
Con le elezioni europee, quest’anno, forse per la prima volta, si parla d’Europa e si può avviare un dibattito sul futuro dell’Unione. Senza, però, farsi illusioni: “Finora, tutti coloro cui ho parlato della revisione dei Trattati mi hanno detto no, tranne i britannici”.
Con le elezioni europee, quest’anno, forse per la prima volta, si parla d’Europa e si può avviare un dibattito sul futuro dell’Unione. Senza, però, farsi illusioni: “Finora, tutti coloro cui ho parlato della revisione dei Trattati mi hanno detto no, tranne i britannici”.
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