Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 09/04/2014
Cinquant'anni dopo, è sempre Baia dei Porci. Quando
c’è di mezzo Cuba, gli Stati Uniti sono ancora tentati di lanciare il sasso e
nascondere la mano. Anche perché il sasso finisce in acqua, sollevando solo
spruzzi che li lasciano fradici. E ciò nonostante la stretta di mano ai
funerali di Mandela, tra il presidente Obama e il Castro minore –era il 10 dicembre-.
L’ultimo esempio è Zunzuneo, un
social network lanciato a Cuba dagli Usa di soppiatto nel 2010 e chiuso nel
2012, ma rimasto in realtà in qualche misura attivo.
Ad esso si collega la notizia che
Alan Gross, cittadino statunitense arrestato
sull’isola nel 2009, sta facendo lo sciopero della fame per protestare contro
il trattamento ricevuto dai governi sia cubano che americano. L’avvocato di
Gross, Scott Gilbert, dice che lo sciopero va avanti da giovedì: non si sa se
il detenuto beva e se le autorità progettino di alimentarlo a forza. Gross,
condannato a 15 anni, ha perso 45 chilogrammi in carcere.
La vicenda di Zunzuneo "è un’ulteriore dimostrazione
che Washington non rinuncia ai suoi piani sovversivi contro Cuba, spendendoci
milioni di dollari ogni anno". Il governo dell'Avana aveva così commentato
a caldo la notizia della Ap di un'iniziativa dell'Usaid, l’Agenzia per l'aiuto
umanitario degli Stati Uniti, per diffondere una sorta di 'twitter clandestino'
via sms, aggirando le restrizioni ad internet in vigore sull’isola. Obiettivo, fomentare
la dissidenza fra i giovani e incoraggiare un cambio di regime.
S’è poi saputo che anche la blogger dissidente Yoani Sanchez
avrebbe utilizzato Zunzuneo, alias il 'twitter cubano': lo riferisce, almeno, il
sito web Cubadebate, vicino al regime, parlando pure di un incontro a
Washington tra la Sanchez
e il vicepresidente Usa Joe Biden. La notizia getta un’ombra di discredito
sulla blogger, rendendola complice di una manovra contro il suo Paese.
Secondo Glenn Greenwald, l’ex giornalista di The Guardian
che oggi cura il sito The Intercept,
anche i servizi di altri paesi occidentali utilizzano reti sociali per
incidere via web in alcuni Paesi ostici o difficili. In questo contesto,
Zunzuneo sarebbe solo "una goccia della propaganda sporca" su
internet.
Washington non nega Zunzuneo, ma sostiene di averlo creato per
aumentare l'accesso dei cubani all'informazione agendo in maniera "discreta",
ma non “segreta”. Per il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, Usaid, sigla
umanitaria già immischiata in vicende poco chiare del passato, voleva mettere
su un programma di "assistenza allo sviluppo" per i cubani, che per
informarsi hanno solo media ufficiali. Carney afferma che il programma rispetta
le leggi Usa e non è affatto segreto, né sotto copertura, visto che fu oggetto
di un dibattito al Congresso. Ma il portavoce ammette che non veniva neppure
sbandierato ai quattro venti, per ragioni di sicurezza.
Non è chiaro se Gross vi stava lavorando,
quando fu arrestato dopo avere compiuto diversi viaggi sotto copertura a Cuba come
subcontractor per una missione clandestina di Usaid, per estendere l’accesso a
internet dei cubani. Non sarà stato Zunzuneo, ma molto ci assomiglia. "È
sconcertante che, dopo l’arresto di Alan, Usaid ne abbia ulteriormente messo in
pericolo la sicurezza gestendo un’operazione sotto copertura a Cuba",
scrive l’avvocato di Gross in una nota.
Il detenuto lancia un appello diretto al
presidente Obama: "Ancora una volta, la
invito a impegnarsi in prima persona, in modo che io possa tornare a
casa da mia moglie e dalle mie figlie". La sorte di Gross è un tassello
del puzzle del miglioramento dei rapporti fra Washington e l’Avana, che non
hanno dal 1961 relazioni diplomatiche. Già
in dicembre, a quattro anni dal suo arresto, Gross s’era rivolto al presidente
Obama, esprimendo il timore di essere stato "abbandonato" dal suo
Paese.
Due i punti sui cui il Congresso Usa vuole ora fare luce. Tentare di capire se Zunzuneo abbia messo in pericolo utenti ignari che dietro ci fosse il governo statunitense. E, inoltre, cercare di determinare se il ‘twitter cubano’ avrebbe dovuto essere considerato un programma "sotto copertura", il che richiede l’autorizzazione del presidente e un’informativa alle commissioni intelligence.
Due i punti sui cui il Congresso Usa vuole ora fare luce. Tentare di capire se Zunzuneo abbia messo in pericolo utenti ignari che dietro ci fosse il governo statunitense. E, inoltre, cercare di determinare se il ‘twitter cubano’ avrebbe dovuto essere considerato un programma "sotto copertura", il che richiede l’autorizzazione del presidente e un’informativa alle commissioni intelligence.
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