Scritto per EurActiv.it lo 02/04/2014
Con il
cambio di governo, tutti i tempi di preparazione della presidenza di turno
italiana del Consiglio dell’Ue sono slittati di qualche settimana. Ma chi,
a Palazzo Chigi, ha le mani in pasta nel dossier si dichiara tranquillo:
“Ce la faremo: le scadenze saranno rispettate”.
Della presidenza italiana s’è parlato, ieri, a Roma, durante la
presentazione dell’ultimo numero della rivista ‘Semestre europeo’,
dedicato alla presidenza greca, in corso d’opera, e a margine
dell’evento.
La scelta
del logo, che
a fine febbraio pareva imminente, e la pubblicazione del programma del
semestre e di quello del trio di presidenze inaugurato dall'Italia (a
seguirla, nel 2015, Lettonia e Lussemburgo): tutto avverrà entro il 9
Maggio, un giorno simbolo, la Festa dell’Europa.
Confermate,
invece, dimensioni e logistica della presidenza italiana: 230 eventi, 13
informali, praticamente tutti a Milano. Sul territorio italiano, i momenti
salienti saranno il Vertice sull'Occupazione – il terzo, dopo quelli di
Berlino e Parigi - e il Vertice Ue-Asem a Milano in autunno, presenti decine di
paesi asiatici.
Fonti
vicine alla preparazione della presidenza italiana s’affannano a contrastare
alcuni preconcetti diffusisi intorno al semestre italiano: il fatto che
sia ‘breve’, perché il secondo semestre dura solo quattro mesi e mezzo,
per via della pausa d’agosto e delle Feste di Fine Anno – il primo, del resto,
non ne dura più di cinque tra la rimessa in moto d’inizio anno e lo stacco
di Pasqua -; e il fatto che cada nel pieno del rinnovo di tutte le
istituzioni dell’Ue, il Parlamento europeo, la cui VIII Legislatura inizierà a
luglio, la Commissione europea, che scade in autunno, e il presidente del
Consiglio europeo.
Sul
semestre breve, si ricorda che questa sarà per l’Italia la 12° presidenza di
turno del Consiglio Ue e che solo quattro volte in passato l’Italia ha
avuto un primo semestre (il che non le ha impedito d’esercitare presidenze
decisive nella storia dell’Unione, come quella del 1990 che aprì la via al
Trattato di Maastricht.
Inoltre la
congiunzione tra i semestri greco e italiano consente di fare del 2014 l’anno mediterraneo quasi per
antonomasia dell’Unione europea – con la speranza di ricavarne risultati
-. Sul semestre istituzionalmente ‘terremotato’, è chiaro che l’attività
legislativa sarà fatalmente ridotta. Ma la fase di transizione – ha
osservato in un recente dibattito Daniel Radcliffe, capo dell’Ufficio
d’Informazione del Parlamento europeo in Italia - potrebbe rivelarsi un
vantaggio, perché lascerà più spazio alla presidenza di turno, che sta
invece perdendo peso nei meccanismi comunitari.
Quella
italiana sarà la presidenza delle due Commissioni, perché si colloca a cavallo
tra l’Esecutivo uscente del presidente Manuel Barroso, per di più ‘crivellato’
dalle assenze perché sette commissari sono candidati al Parlamento europeo
e lasciano, quindi, il posto, e l’Esecutivo che verrà, la cui guida deve essere
ancora decisa e potrebbe essere oggetto di un conflitto istituzionale tra
Consiglio e Parlamento europei a partire dall'estate.
La
preparazione della presidenza tiene conto dei fermenti ‘euro-scettici’
nell'opinione pubblica: la Rai trasmetterà,
nelle prossime settimane, delle ‘scintille’ su come sarebbe la nostra vita
senza l’Ue, mettendo in risalto elementi positivi dell’integrazione
europea.
L’Italia, nel suo semestre, vuole imprimere una svolta all’Ue per avvicinarla ai cittadini: certo con richiami all'idealismo europeista dei Padri fondatori, ma anche con concretezza, per evitare – è stato ieri detto - che “qui aleggi lo spirito di Ventotene, ma che l’Europa resti a Bruxelles”.
L’Italia, nel suo semestre, vuole imprimere una svolta all’Ue per avvicinarla ai cittadini: certo con richiami all'idealismo europeista dei Padri fondatori, ma anche con concretezza, per evitare – è stato ieri detto - che “qui aleggi lo spirito di Ventotene, ma che l’Europa resti a Bruxelles”.
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