Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano e, in altra versione, per EurActiv.it il 10/04/2014
Lo sguardo, benevolo, dei giovani americani
sull’Italia e l’Europa: benevolo e pure anormalmente informato. Perché i
protagonisti dell’annuale sondaggio –ormai, una tradizione- sull’Italia vista
dagli universitari americani, realizzato dalla Fondazione Italia-Usa in
collaborazione con la Loyola University di Chicago, sono ragazzi che hanno
l’Italia, ed anche l’Europa nel cuore: vogliono venirci a viaggiare, studiare,
magari a viverci (nove su dieci accetterebbero un lavoro nell’Unione, dopo la
laurea).
La condanna di Amanda Knox un po’ li frena – quasi
tutti ne sono turbati, il che inquieta pure noi: come se quasi tutti si
sentissero potenzialmente coinvolti in un omicidio -. E, invece, il naufragio
della Concordia non condiziona minimamente i loro programmi di viaggio per
turismo o per studio –del resto, sette su 10 non ne hanno mai sentito parlare-.
“Il sondaggio –osserva Lucio D’Ubaldo, presidente
della Fondazione- mette in risalto molti luci, ma qualche ombra”. Quelli
intervistati –vale la pena sottolinearlo- non sono giovani americani medi:
studenti universitari, tre su cinque sono già stati all’estero, addirittura due
su cinque in Italia e tutti quelli che non ci sono stati desiderano venirci;
uno su quattro guarda film italiani, uno su cinque ascolta musica italiana.
E solo le difficoltà economiche contingenti (56%) e
la forza dell’euro sul dollaro (26%) impediscono loro di viaggiare di più in
Italia e in Europa. Tutti considerano l’economia europea importante nel
contesto globale e quasi tutti pensano che l’Unione europea abbia un’influenza
“significativa” –o almeno “qualche influenza” sulla politica internazionale.
Però meno di uno su 15 pensa che l’Ue contrasti al meglio la crisi, un terzo
ignora l’esistenza del Parlamento europeo e due terzi quella della Commissione
europea.
Dell’Italia, loro sanno molto, quasi tutto: che il
calcio è il nostro sport nazionale, che pasta e pizza sono i nostri cibi
preferiti, che il gelato è una nostra specialità e che tutti a fine pranzo
ordiniamo l’espresso. Ma non sfuggono ai luoghi comuni: 7 su 10 ci giudicano a
priori, o quasi, gente cordiale, nella serie ‘Italiani, brava gente’; vogliono venire in Italia per la qualità del
cibo (quasi un terzo) o per il gusto nel vestire (il 15%).
Generosi nelle valutazioni
–Milano è la capitale mondiale della moda, davanti a Parigi, e il vino italiano
è di gran lunga meglio di quello francese-, quando i discorsi si fanno seri
mettono da parte la condiscendenza e ritrovano venature d’orgoglio da
Super-Potenza. Così, la fusione tra Fiat e Chrysler è una buona cosa per
l’economia statunitense (55%), ma lo è soprattutto per l’economia italiana
(76%) e rafforzerà le relazioni tra Usa e Italia (79%). E i giovani americani
non hanno dubbi: la sede della Fca deve stare negli Stati Uniti (96%), non in
Italia. Forse, non sanno che Marchionne ha già scelto di metterla tra Gran
Bretagna e Olanda. Ah, ‘sti canadesi!, valli a capire…
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