Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 21/06/2016 e poi confluito in un articolo per Il Fatto Quotidiano del 22/06/2016
E’ durata pochi giorni, la speranza, anzi l’illusione,
che il Congresso degli Stati Uniti potesse dare una stretta alla diffusione
delle armi nell’Unione e legiferare su maggiori controlli e limitazioni su
acquisto e detenzione di pistole e fucili, dopo la strage di Orlando, nella
notte tra l’11 e il 12 giugno. Le 49 vite spezzate dal killer omofobo e
islamista e la maratona oratoria del senatore Chris Murphy non sono bastate a
evitare lo stallo ed a superare la contrapposizione in Senato tra repubblicani,
che sono maggioranza, e democratici.
Lunedì notte, a Capitol Hill, quando in Italia era
già martedì mattina, una raffica di voti in Senato ha di fatto bocciato quattro
proposte di legge, due dei repubblicani e due dei democratici, perché nessuna
ha toccato la soglia dei 60 voti necessaria per proseguire il suo iter.
I repubblicani, che in Senato sono 55, sostengono
che le proposte democratiche erano eccessive e introducevano troppe restrizioni
al II emendamento della Costituzione. I democratici, che sono 45, giudicano
quelle repubblicane ‘acqua fresca’, sostanzialmente inefficaci. C’è ancora una
quinta proposta che dovrebbe andare in discussione e al voto nelle prossime
ore, ma rischia di fare la stessa fine.
A cantare vittoria è la National Rifle Association,
la lobby delle armi, che non perde l’occasione d’ammonire i politici e in
particolare i democratici. Il senso del messaggio è che, senza i suoi voti, si
rischia di non essere rieletti l’8 novembre, quando, oltre che per il
presidente, si voterà per il rinnovo della Camera e di un terzo del Senato (e
di una ventina di governatori).
Secondo la Nra, gli alleati del presidente Obama
hanno dimostrato di essere più interessati ai giochi politici che a volere tenere
gli americani al sicuro dalla minaccia del terrorismo islamico.
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