Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 14/06/2016
E’ il giorno del dialogo tra la candidata democratica Hillary
Clinton e il suo rivale Bernie Sanders, battuto, ma rimasto in lizza fino
all'ultimo giorno di queste primarie, che i democratici chiudono oggi nel
Distretto di Columbia, dove sorge Washington, la capitale federale.
I repubblicani qui hanno già votato – il senatore
Marco Rubio vi ottenne una delle sue poche vittorie – e hanno finito il loro
percorso martedì scorso.
Ma l’incontro tra Hillary e il senatore del Vermont è
sovrastato dallo scontro in atto, dopo la strage di Orlando, tra l’ex first
lady e il candidato repubblicano Donald Trump, sul controllo delle armi e
sull'atteggiamento da tenere nei confronti della comunità musulmana e del
terrorismo integralista.
Ieri, la Clinton ha raccolto una sfida lanciatale dal
magnate: non ha paura di denunciare – assicura – l’ “islamismo radicale” e ne
riconosce la minaccia; e fermare i ‘lupi solitari’ sarà una sua priorità; ma non
intende demonizzare una religione e i suoi fedeli e neppure cadere nella trappola
della lobby delle armi. E l’ex first lady ha espresso la sua rabbia perché il
killer della strage, pur noto all’Fbi e oggetto d’inchieste, ha potuto
procurarsi senza problemi le armi con cui ha ucciso.
Trump l’ha di nuovo attaccata: “O non capisce o è
debole”. Ed è andato oltre: “Lei e il presidente sono complici della strage”. I
magnate è favorevole “a dare agli americani i mezzi per difendersi”, cioè a
lasciare loro comprare le armi. Con i risultati che si vedono: quella di
Orlando è stata la 176° strage con armi da fuoco – cioè, sparatoria con almeno
quattro vittime - negli Stati Uniti quest’anno – una al giorno in media -,
secondo i dati di Human Rights Watch.
Repliche, ma pure sostegni, a Trump arrivano da varie
parti. A New York, il sindaco Bill de Blasio, democratico, ha parlato a una
manifestazione di solidarietà per le vittime della strage di Orlando e le loro
famiglie: “Non accettiamo che nessuno dei nostri leader diffonda odio e
divisione … Respingiamo ogni sforzo che allontani la comunità musulmana dagli
altri americani … Crediamo nell’inclusione e nella tolleranza e lo mostriamo
ogni giorno, qui, a New York”. E ha aggiunto, rivolto alle comunità Lgbt e
musulmana: “Siamo tutti con voi e vi proteggeremo”.
Terrorismo autoctono, Islam radicale e controllo delle
armi sono dunque tornati in primo piano nella campagna. Ma non di questo
intende parlare Sanders con la Clinton: l'incontro – dice- gli servirà a capire
se può sostenerne la candidatura alla presidenza. Prima di decidere, il
senatore vuole sapere se nell'agenda dell’ex first lady ci sono alcune riforme
d’impronta progressista, come l'impegno per la classe lavoratrice e quella
media, la sanità per tutti, il diritto allo studio per tutti.
Politico ritiene che la posizione di Sanders nei confronti della Clinton si sia ammorbidita, dopo che il presidente Obama l’ha ufficialmente appoggiata. La priorità, condivisa da tutti i leader democratici, è “fare di tutto perché Trump non venga eletto presidente degli Stati Uniti". (fonti vv – gp)
Politico ritiene che la posizione di Sanders nei confronti della Clinton si sia ammorbidita, dopo che il presidente Obama l’ha ufficialmente appoggiata. La priorità, condivisa da tutti i leader democratici, è “fare di tutto perché Trump non venga eletto presidente degli Stati Uniti". (fonti vv – gp)
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