Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 16/06/2016, facendovi confluire elementi dell'articolo per Il Fatto Quotidiano del 16/06/2016
I sondaggi misurano la volatilità dell’opinione
pubblica negli Stati Uniti: una settimana fa, davano Donald Trump alla pari, o
addirittura davanti, a Hillary Clinton a livello nazionale; oggi, invece, danno
l’ex first lady in fuga: per la Bloomberg, ha il 49% delle preferenze, Trump appena
il 37%; per la Nbc, è avanti 49 a 42%.
Secondo il rilevamento della Nbc, Hillary batte il
magnate tra gli elettori che si ritengono moderati (58 a 33%) e ha ridotto a
una cifra lo svantaggio tra gli elettori uomini (51 a 42%) e quelli bianchi (50
a 42%). L'ex first lady è avanti anche considerando in gara il libertario Gary
Johnson e la verde GreenJill Stein: 42 a 38%, mentre una settimana fa inseguiva
39 a 40%.
Altri sondaggi confermano che, come sostiene Peter
Hart, un mago di analisi e previsioni elettorali, quest’anno gli americani
voteranno più ‘contro’ che ‘per’: oltre ad essere la coppia più vecchia mai
candidata alla Casa Bianca, la Clinton e Trump sono i candidati più impopolari
nella storia Usa: c’è più gente in America pronta ad andare a votare per sbarrare
la strada a un candidato, piuttosto che per sostenere l’altro.
Secondo un sondaggio Abc/WP, l'ex first lady ha oggi un
43% di elettori a favore e un 55% contro, il peggiore rating da lei registrato
da quando è apparsa sulla scena politica nazionale nel 1992.
Il suo avversario va molto peggio: in un mese, ha
visto precipitare il rapporto tra elettori favorevoli e sfavorevoli da 37-60% a
29-70%, dopo avere attaccato il giudice di origine messicano che segue
l'inchiesta sulla sua Università e avere bandito dalla sua campagna proprio i
giornalisti del WP, che ora progettano di rispondere con un blackout. Trump è
solo un punto sopra il suo record negativo, registrato nel maggio 2015, appena prima
che scendesse in lizza per la nomination.
Il volo di Hillary nei sondaggi non tiene conto dell’impatto
della strage di Orlando e dello scontro che ne segue sui rapporti con l’Islam e
sul controllo delle armi. Il presidente Obama, che oggi sarà ad Orlando, insiste
che non c’è prova di complotto. E Hillary denuncia come vergognose le accuse di
Trump a lei e al presidente, di essere “dalla parte dei terroristi” e di
avercela più con lui che con loro: “Parole che non appartengono a un candidato
alla presidenza degli Stati Uniti”.
Obama torna a invocare regole che rendano "più
difficile l'accesso alle armi" per chi vuole uccidere americani: "Non
possiamo prevenire ogni tragedia, ma ci sono regole di buon senso compatibili
con il secondo emendamento", dice. E spiega: “Se uno non può salire su un
aereo, non può acquistare un'arma". L’idea, riproposta pure dal New York
Times, è di creare una ‘no buy list’ proprio come c’è una ‘no fly list’: ci finirebbero
dentro sospettati di terrorismo e psicolabili, violenti e instabili; e ci
sarebbe stato dentro, a pieni titoli, il killer di Orlando.
Il NYT definisce la violenza delle armi da fuoco in
America un’epidemia, un’emergenza nazionale che provoca 27 morti al giorno. Il
giornale si scaglia contro l’ "inazione senza scuse della politica",
invitando a votare per la Casa Bianca "chi è preparato per affrontare
questa crisi e a respingere quelli che la tollerano": cioè per Hillary e
non per Donald.
l’alto commissariato dell’Onu esorta gli Usa a
introdurre controlli sulla vendita delle armi: “Quanti altri massacri ancora?”,
si chiede. Già almeno due in più, dopo Orlando: lunedì, nel New Mexico, un uomo
ha ucciso a colpi di pistola la moglie e 4 figli; martedì, c’è stata una
sparatoria ad Amarillo in Texas; e fanno 178 dal 1° gennaio, calcola Hrw, una
al giorno.
Trump, che cerca di correggere la rotta della campagna,
annuncia a sorpresa che presto incontrerà l’Nra, la lobby delle armi, che
l’appoggia, per studiare come impedire di acquistare armi a chi sia sulla ‘watch
list’ anti-terrorismo o sulla ‘no fly list’. Trump, cioè, fa sua l’idea di
Obama e del NYT e se la rivende.
Un ‘magliaro del Queens’ che, quasi per contrappasso,
viene ora messo in imbarazzo da una specie di ‘emailgate’ aziendale: Usa Today
rivela che molte sue aziende hanno per molto tempo cancellato le loro email,
forse – ipotizza - per eliminare informazioni compromettenti. Nel 2006, un
giudice che ordinò ai casinò del magnate di fornirgli la posta elettronica di
vari anni si sentì rispondere che la Trump Organization cancella le mail ogni
giorno e non ne ha traccia fino al 2001.
Lo showman si schiera pure a fianco della comunità Lgbt, allineandosi a Hillary, e s’impegna, se sarà presidente, a non cacciare i giornalisti scomodi dalla sala stampa della Casa Bianca, come ha appena fatto con quelli del WP dalla sua campagna. (fonti vv - gp)
Lo showman si schiera pure a fianco della comunità Lgbt, allineandosi a Hillary, e s’impegna, se sarà presidente, a non cacciare i giornalisti scomodi dalla sala stampa della Casa Bianca, come ha appena fatto con quelli del WP dalla sua campagna. (fonti vv - gp)
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