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martedì 4 febbraio 2014

Corruzione: l'Ue certifica, l'Italia ha il record europeo

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/02/2014

Nell’Unione europea, la corruzione costa 120 miliardi di euro l’anno, “praticamente l’equivalente del bilancio dell’Ue”: è un cancro che “mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, danneggia l’economia nel suo insieme e priva gli Stati di una parte cospicua del gettito fiscale”, quanto mai necessario in anni di crisi. Nessuno dei 28 ne è esente, ma l’Italia ne ha il primato e lo manterrà, perché le leggi non intaccano “la percezione d’un quadro normativo di quasi impunità”.

Secondo i calcoli della Corte dei Conti, il fatturato della corruzione in Italia è di 60 miliardi di euro l’anno, la metà di quello europeo complessivo. Le fonti dell’Ue s’afffrettano a precisare che i dati non sono esattamente confrontabili.

Cecilia Malmstroem, commissaria europea agli Affari Interni, è abituata a bacchettare l’Italia. E, questa volta, fa l’elenco dei fattori di persistenza della corruzione in Italia: tempi di prescrizione troppo brevi, leggi ad personam, scarsa trasparenza di finanziamenti ai partiti e appalti pubblici. Così, un ex premier –Berlusconi- prosciolto "per scadenza dei termini di prescrizione" (processo Mills) e il caso di "un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi”, che richiama la vicenda di Nicola Cosentino, diventano paradigmi della corruzione in Europa, pur senza essere esplicitamente citati.

Gli Stati dell’Ue hanno fatto molto negli ultimi anni per combattere la corruzione, ma “le azioni fin qui intraprese sono lungi dall'essere sufficienti". In Italia, le accelerazioni normative (la legge anti-corruzione del 2012, la ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa nel 2013 e il piano 2013-2016 approvato il 30 gennaio) rappresentano, secondo la commissaria, un "passo avanti", ma “lasciano irrisolti” problemi di fondo, perché "non modificano la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l'auto-riciclaggio e non introducono il reato di voto di scambio", né sciolgono il nodo del conflitto d'interesse.
L’analisi di Bruxelles collima con i rapporti del Greco - il gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione - e dell’Ocse. Il primo rapporto della Commissione europea sulla corruzione nell’Ue mostra che natura e livello del fenomeno e l’efficacia delle misure per contrastarlo variano da Paese a Paese: la Malstroem non promuove col massimo dei voti nessuno, perché “la corruzione merita maggiore attenzione in tutti gli Stati dell’Unione”, e suggerisce linee di intervento “che – dice - spero possano essere seguite”.
Vestito aragosta sullo sfondo rosso mattone della scena allestita per l’occasione, la commissaria è forse all’ultima recita del suo mandato. Risponde a domande sull’Italia citando passi del rapporto, che invita a "bloccare l'adozione di leggi ad personam" ed esprime preoccupazione per il grado di corruzione degli appalti pubblici –la denuncia il 92% delle imprese, contro una media Ue del 73%-, che vanno resi più trasparenti.
Lodo Alfano ed ex Cirielli, depenalizzazione del falso in bilancio e legittimo impedimento stanno a provare, per il documento dell’Ue, che i tentativi di garantire processi efficaci sono stati "più volte ostacolati da leggi ad personam". Secondo il rapporto, "in Italia i legami tra criminalità organizzata, politici e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti”.
Bruxelles suggerisce di perfezionare la legge che "frammenta" le disposizioni su concussione e corruzione e giudica "insufficienti le disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”. La Commissione raccomanda di "estendere i poteri e sviluppare la capacità dell'autorità nazionale anticorruzione Civit".

Quanto alla corruzione dei politici, il rapporto cita dati del 2012: indagini e ordinanze di custodia cautelare per esponenti politici locali un po’ ovunque, 201 consigli municipali chiusi e oltre 30 deputati della precedente legislatura indagati per reati di corruzione o finanziamento illecito.

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