Scritto per Media Duemila online il 12/02/2014
Il suicidio di una ragazzina di 14 anni, angariata sul
web e incitata a uccidersi, è una notizia che dà drammatica attualità alla
giornata dell’internet sicuro per l’infanzia celebrata martedì 11 febbraio. La
vicenda di Cittadella è esplosa sui media proprio quel giorno: l'adolescente s’è
lanciata nel vuoto domenica scorsa, dal tetto di un albergo abbandonato. I
genitori, messi in allarme da un biglietto alla nonna, l’hanno trovata già
senza vita.
La rete aveva esasperato i patimenti della sua età,
anziché lenirli. Lasciata dal fidanzatino e turbata da messaggi del tipo "Fai
schifo come persona", la ragazzina non ha più saputo porre freno agli impulsi
autolesionistici –s’era già tagliata le vene dei polsi-. E l'ha fatta davvero finita.
Sotto accusa, il social network 'Ask.fm', cui la teenager
era iscritta: un sito al centro di polemiche anche in Inghilterra per un suicidio
analogo, su cui coetanei o presunti tali si facevano gioco del mal di vivere
dell’adolescente, la spingevano oltre. "E' meglio se mi suicido?",
chiedeva lei. E c’era chi la incitava a farlo, a suon di odio, insulti,
disprezzo.
Quello dei ragazzini che si tolgono la vita, per
conflitti familiari, mancanza di accudimento, sofferenze legate alla propria omosessualità,
è un fenomeno in espansione. Un'indagine del Servizio prevenzione suicidio
dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma - Università La Sapienza indica che dal 1971 al
2008 ci sono stati in Italia 374 i suicidi di ‘under 14’, con qualche caso sotto
i dieci anni. La rete, è chiaro, non è all'origine dei problemi, ma alcuni siti
e alcuni ‘social media’, invece di contrastare il disagio, vi si accaniscono.
L’Italia è uno dei cento Paesi a celebrare da dieci anni
la giornata dell’internet sicuro per l’infanzia –per la prima volta, quest’anno
vi hanno aderito gli Stati Uniti-, nel segno dell’interrogativo: “Internet a misura
di bambino: utopia oppure obiettivo concreto?”. Sostenuta dalla commissaria Ue
per l'Agenda digitale Neelie Kroes, l'iniziativa è condivisa da tutti i
28 Paesi dell’Unione.
Il coinvolgimento statunitense e l'impegno di una
trentina di colossi di Internet (la cosidetta "CEO Coalition"), come
Google, Apple, Telecom Italia e molte altre aziende, a intercettare ed
eliminare i contenuti pericolosi, rappresenta un passo avanti.
In Italia, il Centro per l'Internet sicuro, chiamato
"Generazioni connesse", esiste dal novembre 2012: è coordinato dal
ministero dell'Istruzione e ne fanno parte Save the Children, Telefono Azzurro,
il Garante per i diritti per l'Infanzia, in collaborazione con la cooperativa
sociale EDI e con il Movimento Difesa del Cittadino.
“Le ‘tagliole’ per ragazzi e adolescenti che frequentano
i ‘social network’ sono dietro l'angolo –scrive su EurActiv.it Alessandra
Flora-, come emerge dall'ultima preoccupante indagine” del centro di ricerca Ipsos per
Save the Children, realizzata in occasione della giornata 2014. “Un tempo erano
la strada o i mezzi pubblici i luoghi ove s’annidavano i pericoli maggiori per
bambini e adolescenti, dovuti al contatto con lo sconosciuto”. Ora, l’insidia
li raggiunge in casa, al computer. Progetti come il sito “Generazioni
connesse”, rivolto a genitori ed educatori e ai ragazzi stessi, ma anche iniziative
di sensibilizzazione nelle scuole, provano ad offrire una risposta, o almeno uno scudo.
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