Scritto per EurActiv lo 01/02/2014
L’Italia migliora i suoi voti in politica estera, nella
pagella di uno dei più prestigiosi ‘think tank’ europei, l’Ecfr. E molto è
dovuto al cambio di passo dettato dal ministro Emma Bonino, rispetto ai suoi
predecessori.
La quarta edizione dello European Foreign Policy Scorecard è appena uscita: è una valutazione delle performances della politica estera dell'Ue e dei suoi 28 Stati Membri nel
Lo European
Council on Foreign Relations, cui si deve lo Scorecard, realizzato con il
sostegno della Compagnia
di San Paolo, evidenzia successi e fallimenti della politica estera
europea, secondo l’ormai consolidata distinzione, tema per tema, fra Paesi che
guidano e Paesi che frenano.
Il rapporto traccia alcune tendenze che Silvia Francescon, direttrice dell’Ufficio di
Roma dell’Ecfr, sintetizza così: “Il
2011 era stato un anno cruciale per il processo d’integrazione europea,
tra crisi, cambiamenti geopolitici e nuovi equilibri; e il 2012 era stato
l'anno della introversione, con i leader dell’Ue che continuavano a
concentrarsi sul risanamento dell'economia interna più che sul rilancio dell'Europa
sulla scena mondiale. Invece, il 2013 è stato un buon anno per la politica
estera dell'Ue nel suo complesso”.
La politica estera è tornata sull’agenda dell’Unione e ha
raggiunto importanti obiettivi, ad esempio in Iran e nel Kosovo, dimostrando, a
giudizio dell’Ecfr, come l’Europa possa conseguire risultati, quando Stati membri
e Istituzioni comunitarie lavorano insieme. Il rapporto nota un miglioramento
nella gestione dei rapporti con Cina, Est Europa e Medio oriente e Nord Africa.
Meno positiva, anzi peggiorata, invece, la performance dell’Ue verso la Russia e nella gestione delle
crisi.
Francia e Gran Bretagna si confermano i Paesi più attivi
in politica estera, più della Germania, e Svezia e Polonia si mantengono fra i leader
nella politica estera europea.
Da un punto di vista italiano, il 2013 è stato l'anno del
ritorno dell'Italia sulla scena
internazionale. “Un ritorno importante, da leader –osserva la Francescon-. Se
nel 2012 l 'Italia
ha guidato l'Europa in tre aree d’azione, nel 2013 si è distinta in nove,
grazie a una strategia di governo più propositiva, strutturata e orientata al
raggiungimento di obiettivi nel lungo periodo, soprattutto nel Mediterraneo e nei
Balcani occidentali”.
Fra le aree d’azione dove l’Italia s’è distinta ci sono
pure Siria e Iran, la sicurezza nel Nord Africa, la diversificazione
energetica, il sostegno alla Somalia, la Serbia , la visione strategica della Turchia.
Tutti temi su cui la presenza alla Farnesina della Bonino è influente e
determinante: la presenza d’un ministro dinamico e determinato, specie quando i
giochi della politica interna non ne impastoiano l’azione, si fa sentire.
Per l’Ecfr, la strategia di politica estera italiana è dunque risultata in linea, se non complementare, con quella europea. L'imminente presidenza di turno italiana del Consiglio dell'Ue ha senza dubbio incoraggiato il governo a darsi priorità e ad adottare un approccio più coerente e di lungo periodo. E il sostegno all'Unione politica e agli Stati Uniti d'Europa, sia pure visti come ‘federazione leggera’, consentono all'Italia di tornare a essere un importante sostenitore dell'integrazione europea.
Per l’Ecfr, la strategia di politica estera italiana è dunque risultata in linea, se non complementare, con quella europea. L'imminente presidenza di turno italiana del Consiglio dell'Ue ha senza dubbio incoraggiato il governo a darsi priorità e ad adottare un approccio più coerente e di lungo periodo. E il sostegno all'Unione politica e agli Stati Uniti d'Europa, sia pure visti come ‘federazione leggera’, consentono all'Italia di tornare a essere un importante sostenitore dell'integrazione europea.
Nessun commento:
Posta un commento