Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/02/2014
Non
ci sarà da stringersi, giovedì, sulla tribuna d’onore dell’inaugurazione dei
Giochi d’Inverno, a Sochi, in Russia: i posti vuoti saranno più numerosi, e più
importanti, di quelli occupati dai leader che non hanno ritenuto di sottrarsi
all’invito pressante del presidente russo Vladimir Putin.
Così,
il premier Enrico Letta, che ha deciso di andarci, non avrà da stringere troppe
mani, Ma dovrà, comunque, stare attento: fra quelle che gli verranno tese, ve
ne saranno d’imbarazzanti, come quelle dei satrapi dei Paesi post-sovietici o
del presidente ucraino Viktor Ianukovich.
Non
è la prima volta che lo sport mette in imbarazzo la politica, specie quella
italiana. Senza volere andare indietro alla finale di Davis nel Cile di
Pinochet, o al boicottaggio ‘a metà’ delle Olimpiadi di Giochi di Mosca nel
1980 –a casa gli atleti militari, in pista tutti gli altri-, due anni or sono
Monti e Rajoy, capi del governo d’Italia e Spagna, si sedettero in tribuna a
Kiev per la finale degli Europei di calcio, malgrado le tensioni già forti tra
l’Ue e l’Ucraina; e Monti ne tornò con le pive nel sacco.
Il
protocollo dei Giochi annuncia la presenza a Sochi d’una sessantina di leader,
fra cui due ‘vicini’ importanti, il presidente cinese Xi Jinping e il premier
giapponese Shinzo Abe, che chissà se rispetteranno la tregua olimpica sulle
isole contese. Non ci saranno, invece, il presidente americano Barack Obama –la
delegazione statunitense sarà condotta dall’ex ministro Janet Napolitano e sarà
fitta di ex campioni dichiaratamente gay- e il premier britannico Cameron, il
presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel (e neppure il
presidente tedesco Gauck). Anche se nessuno
ha ufficialmente motivato l’assenza come una scelta a difesa dei diritti degli
omosessuali in Russia, un’interpretazione del genere è diffusa.
Andarci
o non andarci, ai Giochi d’Inverno non c’è regola e non c’è obbligo,
diplomaticamente parlando. Il presidente del Cio Bach nega ogni disegno “di governo
mondiale”. Anche per questo non è chiaro perché Letta abbia optato per il sì,
alimentando polemiche in Italia senza ricevere consensi all'estero. L’italiano
non sarà però l’unico leader Ue: confermato l’olandese Rutte.
Letta ha deciso dopo avere
consultato il presidente Napolitano, il ministro dello Sport e il presidente
del Coni, in funzione –spiega- della candidatura di Roma ai Giochi del 2024. E
s’impegna a ribadire a Sochi l’assoluta contrarietà a qualsiasi discriminazione
contro gli atleti gay.
A
Sochi, Putin ha in agenda incontri con il segretario generale
dell’Onu Ban Ki-Moon e con Abe, Rutte, il premier turco Erdogan,
i leader tagiko e kirghiso e vari altri. Prima dell’inaugurazione, il leader
del Cremlino darà un ricevimento per circa 150 ospiti, fra cui Letta.
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