Scritto per EurActiv il 21/02/2014
C’è meno Europa nel Governo Renzi che nel Governo Letta (e
anche nel Governo Monti). E, soprattutto, c’è un’Europa più leggera, almeno a
scorrere i nomi dei ministri. Fra cui non figura -e nell’anno della presidenza
di turno italiana del Consiglio dell’Ue è assenza pesante- un ministro per gli
Affari europei.
All’Economia, Pier Carlo Padoan può essere senz’altro
equiparato a Fabrizio Saccomanni, per esperienza e per caratura economica internazionale:
è stato direttore esecutivo per l’Italia all’Fmi a Washington e capo economista
all’Ocse a Parigi.
Agli Esteri, Federica Mogherini, presidente della
delegazione italiana nell’Assemblea atlantica e, da poco, responsabile della
politica estera ed europea nella segreteria del Pd, porta preparazione e
competenza, ma deve ancora acquisire la caratura internazionale ed europea di
Emma Bonino, che era stata, fra l’altro, commissario europeo dal 1995 al 1999 e
poi ministro proprio degli Affari europei.
Colpisce l’assenza dalla squadra di Renzi di un vero e
proprio specialista europeo, come lo era, ad esempio, Enzo Moavero Milanesi,
funzionario e giudice Ue. E manca nel nuovo esecutivo un ministro con trascorsi
politici europei, come era Mario Mauro, a lungo parlamentare europeo.
Per non parlare della minore esperienza internazionale del
premier Renzi rispetto al suo predecessore, anzi ai suoi predecessori, Enrico Letta e Mario Monti.
Certo: i nomi, le persone, contano, ma contano pure e
soprattutto i programmi. Bisogna vedere come si muoverà nell’Ue la squadra di
Renzi, prima di darne un giudizio europeo. Le Istituzioni di Bruxelles avranno
a che fare con interlocutori tutti nuovi, quando non sconosciuti, in mesi
chiave per l’integrazione e per l’Italia.
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