Diritti online: da fare valere, ma
pure da rispettare. E’ una nuova frontiera dei diritti civili, che si sposta in
avanti –e si complica- molto rapidamente. Ora i cittadini italiani avranno
un’opportunità mai offerta loro prima: da lunedì 27 ottobre, potranno
partecipare ad una consultazione per mettere a punto la Carta dei diritti in
internet. La bozza del documento è stata presentata la scorsa settimana, alla riunione dei presidenti delle commissioni del Parlamento
europeo e dei Parlamenti nazionali dell'Ue competenti in materia di diritti
fondamentali –un appuntamento del semestre di presidenza di turno italiana del
Consiglio dell’Ue-.
La bozza è
stata preparata dalla commissione di studio per i diritti e doveri in Internet,
istituita presso la Camera dalla presidente Laura Boldrini. Il documento consta, per ora, di un preambolo e di 14 articoli. La
consultazione pubblica avverrà tramite la piattaforma camera.civi.ci:
chi lo vorrà potrà contribuire alla stesura definitiva dell’innovativo testo
con commenti, opinioni e proposte.
La
consultazione pubblica, ha spiegato la Boldrini presentando l’iniziativa, vuole
consentire "la più ampia partecipazione dei
cittadini e dei soggetti interessati". Ma c’è la consapevolezza che i
diritti in rete non possono essere pienamente affermati e tutelati a livello
nazionale: la materie sollecita interventi dell'Ue e dell'Onu, essendo internet
di per sé globale. E l’azione non deve essere solo difensiva, a tutela,
garantista, ma deve anche essere affermativa: se l’abuso - in rete e di rete -
va sanzionato, la privazione, o la limitazione, di internet rappresenta una
lesione dei diritti e un fattore d’esclusione inaccettabile.
E, quando
ci sono da proteggere i valori dell'Unione, le istituzioni europee devono
"parlare all'unisono, con una voce sola". E' il messaggio lanciato,
alla riunione di Roma, dalla commissaria alla Giustizia Martine Reicherts, una
lussemburghese, di fronte a parlamentari europei e nazionali. E c’erano i
presidenti di Camera e Senato, la Boldrini e Pietro Grasso.
L’Europa,
ricorda la Reicherts,
ha diversi "strumenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, della democrazia e
dello Stato di diritto”:
il Consiglio d'Europa, la Convenzione e la Corte europea dei diritti dell'uomo,
le istituzioni dell'Unione e la Carta dei diritti fondamentali. "Ma tutto
questo non è sufficiente”, avverte la commissaria: perché la tutela dei diritti
sia garantita, occorrono "sinergia e complementarità”
fra competenze e interventi e “un dialogo continuo a tutti i livelli” fra tutte
le istituzioni coinvolte.
Il
rispetto dei diritti fondamentali è, inoltre, un salvacondotto da esibire per
l’ingresso nell'Unione. Per la Boldrini, è uno dei temi “su cui si misura a
livello internazionale il valore speciale dell'esperienza europea" e su cui
si giocano le prospettive d’un ulteriore "avanzamento del processo di integrazione". Sulla stessa
linea, il presidente del Senato Grasso, per cui "i diritti
individuali sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine del lungo
appassionante percorso dell’integrazione europea".
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