Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 20/10/2014
Una ciambella
gettata dalla Germania alla Francia potrebbe consentire all'Italia di stare a
galla, nella trattativa con l’Ue sulla Legge di Stabilità. E il negoziato potrebbe
rivelarsi più morbido, e pure più breve, del previsto.
Il settimanale tedesco Der Spiegel scrive che
la Germania sta aiutando la Francia a trovare una via d’uscita per evitare la
sanzioni dell’Unione legate al mancato rispetto dei parametri economici Ue
nell'ultima ‘finanziaria’ francese.
L'intesa prevede la stesura di un documento, in base al quale la Francia
fornirà alla Commissione una dettagliata ‘roadmap’ per la riduzione del deficit
e il varo di riforme strutturali.
Nella Legge di Stabilità francese, Parigi rinvia al 2017 l’abbattimento del
rapporto deficit-Pil sotto il 3%. L’intenzione della Merkel sarebbe di evitare l’apertura di una
procedura d'infrazione, lasciando più tempo alla Francia per rientrare nei
parametri comunitari, ma allestendo nel contempo una sorta di piano di rientro.
E l’Italia potrebbe aggrapparsi al salvagente tedesco, che, tenendo a
galla la Francia, farebbe un po’ da ‘tana libera tutti’ per altri Paesi. La
Commissione europea, al cambio della guardia tra la Barroso 2 e la Juncker 1, non
sarebbe scontenta di un approccio morbido, per sciogliere i nodi senza traumi.
Considerazioni che avallano l’ottimismo sfoggiato dal premier Renzi e,
soprattutto, dal ministro Padoan, uno che sa il fatto suo e che non ha timori di
bocciatura della Legge di Stabilità.
A
Bruxelles, la Commissione continua a vagliare i documenti ricevuti da Roma e
dalle altre capitali Ue. Ma i tempi della trattativa potrebbero essere più
serrati, e nel contempo più morbidi, di quanto inizialmente previsto. Il
negoziato potrebbe già iniziare nelle prossime ore, con l’invio di una lettera dell’Esecutivo
a Roma: richieste di chiarimenti, non certo una bocciatura, comunque prematura.
Nella missiva non
dovrebbero esserci troppi rilievi e neppure toni troppo duri verso l’Italia.
Così, si otterrà un doppio obiettivo. Da un lato, la Commissione avrà tenuto il punto sul fronte del
rispetto del rigore, dando però segnali d’apertura di una nuova fase.
Dall’altro, l’Italia potrà tenere in piedi l’impianto sostanziale della sua
‘finanziaria’.
Del resto, c’è un filo rosso che lega molti dei bilanci nazionali dei
28 trasmessi a Bruxelles: tagli alla spesa, ma anche tasse più leggere e un
gruzzolo per gli investimenti per rilanciare la crescita. Con la cinghia
allentata sulla misure di austerity. Vale per Italia e Francia, ma pure –per esempio-
per un Paese come la Spagna convertitosi al rigore e per un paladino da sempre
del rigore come l’Olanda.
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