A un certo punto
del percorso mediatico di avvicinamento a qualsiasi elezione americana, c’è
sempre un pezzo che dice che “Wall Street punta sui repubblicani”, così come
c’è n’è un altro che assicura che “Hollywood sta con i democratici” –salvo poi
produrre, come suo unico presidente, il repubblicanissimo Ronald Reagan-. Che
la finanza stia con i cultori della libera impresa è abbastanza scontato,
mentre le imprese, soprattutto le grandi, hanno ormai imparato, a distribuire un
po’ a destra e un po’ a manca i loro contributi elettorali, che sono il modo
concreto di manifestare il loro appoggio all’uno o all’altro partito. Il fatto
nuovo è che, negli ultimi tempi, c’è stato un appoggio più marcato ai candidati
repubblicani, soprattutto negli Stati più in bilico nella corsa al Senato.
Finanza e imprese si attendono un ritorno dai loro investimenti politici e,
opportunisticamente, puntano all’ultimo sui favoriti e scommettono su una vittoria
repubblicana, con la conquista del Senato, oltre che della Camera. Sperando,
poi, di capitalizzare al massimo se nel 2016 anche la Casa Bianca sarà
repubblicana. Ma questa è un’altra storia, tutta da scrivere.
Mid-term: Fec,
gli ultimi dati sui finanziamenti elettorali
Gli ultimi dati
della Federal Election Commission indicano che, negli ultimi sei mesi, nei
cosiddetti 'swing state', gli Stati in bilico, il fiume di denaro messo a
disposizione dei candidati alle elezioni di Mid-term dalle imprese è stato
deviato dai democratici ai conservatori. Fino a giugno i democratici facevano
la parte del leone nei cosiddetti 'business Pac', i comitati per l'azione politica
finanziati dai grandi gruppi, raccogliendo oltre il 6o% delle donazioni. Da
luglio a settembre, la loro percentuale è scesa al 42%, mentre le risorse
versate ai candidati repubblicani si sono impennate al 58%. Lo scrive sull’ANSA
Ugo Caltagirone, citando il Wall Street Journal, che spiega: “In gran parte, questo
'voltafaccia' è legato ai sondaggi delle ultime settimane, che danno i
repubblicani in corsa per il Senato in vantaggio un po' ovunque negli Stati più
incerti”. Dunque, una scelta di opportunismo da parte delle imprese. C'è poi la convinzione - come si spiega
nell'ambiente delle lobbies - che in questa fase un Congresso totalmente in
mano ai repubblicani sia "meno rischioso" rispetto alle posizioni più
dure di parte democratici nei confronti del mondo delle imprese.
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